Il disagio adolescenziale e il malessere diffuso tra i giovani, a livelli ormai preoccupanti, impongono a tutti, una profonda riflessione nonché il dovere da parte delle istituzioni di attuare concreti provvedimenti per cercare di ridurne e, se possibile, di eliminarne le cause.
L’obiettivo che ci si deve prefiggere è quello di favorire la formazione di un giovane attraverso strategie educative che lo portino a diventare un adulto che troverà in sé la forza per non essere sconfitto dalla vita, per non fondare la ragione del proprio vivere sull’avere ma sull’essere se stesso, per non cercare fuori di sé, nella violenza e nel rifiuto della vita, la risoluzione dei propri problemi.
Da ciò, la necessità di un forte impegno preventivo nei confronti del singolo soggetto, ma anche nei confronti delle famiglie e del contesto micro – sociale e macro – sociale da parte di tutti gli operatori che gravitano intorno al tessuto sociale giovanile e alle loro famiglie, al fine di scongiurare il formarsi di un “humus” favorevole all’insorgere di forme di disagio giovanile sempre più problematiche e ingestibili sul piano sociale.
Ne abbiamo parlato con: con la dott.ssa Giovanna Sette, psicologa con dottorato di ricerca in psicologia dello sviluppo in servizio presso il comune di Barletta; la dott.ssa Pina Abbasciano, assistente sociale presso il comune di Barletta; dott.ssa Maria Grazia Raffaeli, pedagogista, autrice di pubblicazioni sulla prassi filosofica.