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giovedė, 31  marzo 2022



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Nunzio Quarto: costruttore di immagini, tra la leggerezza di Chagall e il lume di Picasso
Giuseppe Lagrasta, scrittore e saggista



Accade nello scorrere del tempo di osservare all’orizzonte che i sentieri dell'esperienza si biforcano e che al destino umano si sta perpetrando un oscuro agguato; allora il misterioso fantasma, l'Aleph - luce delle cosmologie e delle cosmogonie umane - trasmette agli astanti un aut –aut, invitandoli al riordino dei destini incrociati e delle esistenze inesistenti.

Accade, come evidenziato dalle opere di Nunzio Quarto, che gli astanti, ombre misteriose, appena usciti dalla caverna platonica, si nutrano di pensiero narrativo e pensiero visivo, e che l’occhio vivente dell’Aleph di Jorge Luis Borges, inviti ad osservare gli esiti disperati della dissipazione dell’umano genere.

Ma chi sono gli astanti? Ma le ombre platoniche, le figure di Nunzio Quarto, che ci comunicano che forse, l'umanità sta perdendo la luce della visione e la profondità della riflessione, e, che il fiume della memoria umana forse potrà sopravvivere quando recupererà i volti del dolore vivente descrivendo con lacerate figure-parole, le cifre e i segni umani poco decodificati nel contesto delle realtà.

Così le ombre delle ombre, appena uscite dalla caverna, abiteranno trasfigurazioni e mutamenti e alimenteranno le opere di Nunzio Quarto per mezzo di gesti e atti come il generoso e romantico Ulisse, quando attraversando i vortici del mare, si difese dalle erranti patologie dell’avventura umana con l’ironia, la scaltrezza e l’indifferenza verso il mondo. Solo Penelope, omologia del germoglio e della nascita, della luce familiare e della sorte, resisterà ai tiranni con il coraggio e la passione di vivere di attendere il ritorno dell’eroe. 

Colleghiamo le nostre riflessioni sulla nostalgia del ritorno agli esiti rilevati attraverso la lettura dell’opera:" Nella luce. Nascita", (Disegno; studio per una scultura, matite colorate su carta, 35×50 cm, 1983), di Nunzio Quarto, in Costruttore di Ali, (Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano, 2009, p. 79) in cui l’indagine del nostro, si fa più profonda e inquieta, sia attraverso la ricerca di un viso e un volto d’amore, sia per la riflessione operata sulla cifra simbolica della nascita che sulle omologie provocate dalle metafore del germoglio e dei tentativi di dialogo stabiliti sugli orizzonti dell’alba. Le strategie di Quarto rappresentano percorsi e “tentativi” per andare oltre la soglia, e imparare mediante l’atto conoscitivo i segni dell’alfabeto umano comunicato dalla “Colomba che mentre dorme, sogna la pace”. (N. Quarto, “La colomba dorme e sogna la pace”, bronzo cm 15x19x8,5, 2000).  

L'elogio dell’inquietudine in Nunzio Quarto si fa sentire forte, dipanandosi tra i sentieri del teatro della memoria: scavare per andare, camminare per trovare, esplorare per conoscere, scoprire per sapere, interpretare per ricordare, esplorare per disegnare ipotesi e congetture utili per la scoperta di sentieri prospicienti all’umana avventura e farne parte.

Per allestire lo spettacolo del mondo, Nunzio Quarto percuote e scuote l’interiorità umanante che si annida nel senso e nel significato delle figure dell'attesa, da un lato, per verificare gli esiti traumatici e, dall’altro, per entrare nel vivo del gioco dell'orologio che storicizza il  mondo.

La raccolta degli elementi complementari all’atto conoscitivo di Nunzio Quarto consente di entrare nel vivo del gioco delle meraviglie della vita: occhi, corpi, simboli e cifre iconiche, marmi scavati e fratturati e bronzi scissi dal movimento interiore, e poi legno e pietre, epifanie di segni sull’acqua, reti di iconologie, allegorie lunari, sistemi per interpretare lo spettacolo invisibile del mondo.

Rileviamo dalla partitura trasformativa e generativa di Nunzio Quarto alcune delle figure - chiave che alimentano l'opera: "La ragione dell'essere. Dialogo", (1980-1985- Olio su tela cm 200×240, p. 37), in “Nunzio Quarto, Pittura – Scultura”, Edizioni Alegna, Piacenza, 2000).

In quest’ opera, da un lato, riaffiora la dimensione metaforica delle figurazioni, - linee, segni, reperti, tracce, materiali, agenti naturali, agenti interni ed esterni- mentre, dall’altro, si compongono e si contrappongono  sistemi dialogici di significati, luci e ombre, piani arrotati, slittamenti, sperimentazioni semantico – figurali -, elementi che configurano una mappa della ricerca artistica di Quarto.

Così, lo spettacolo figurale di Nunzio Quarto, - potenza trasfigurante, energia di omologie fluide - si amplia e narra di un cielo grigioperla in cui naviga il sole, un faro, l'occhio-ago magnetico della bussola, un occhio di bue che agisce sul palcoscenico del mondo o forse lo avvolge, velando, una nuvola di ombre - e aggiungiamo noi – come fosse liberata dalla rete di un’opera di Marc Chagall, oppure come assurgesse a forte somiglianza al sole-lume che si trova al centro – caos,  raccontato da Picasso nella sua opera – capolavoro,  Guernica. Il lume dell’opera di Picasso e il lume nell’opera di Quarto, omologie e simmetrie di un mondo già provocato e da provocare, rendono ragione a un lume che mai declina dal suo stupore e dalle sue ragioni di sopravvivenza, quel lume, quindi, è il lume che diede flebile luce ma che sopravvisse ai bombardamenti della città di Guernica e che Pablo Picasso ha raffigurato drammaticamente nella sua opera “Guernica”.

Ecco che il cielo velato e il lume misterioso di Guernica supportano Nunzio Quarto, il costruttore di immagini, l’amorevole sostenitore del duende di Federico Garcia Lorca, il diavoletto spagnolo che abita le contrade di Puglia e che strizza l’occhio alle maschere delle piazze metropolitane, teatro degli eroi che sopravvissero ai bombardamenti della cittadina basca Guernica, lottando contro un fuoco mortale.

In foto:
N. Quarto "La colomba dorme e sogna la pace"
 


Redazione



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