"Da sempre Timac cerca di coniugare sul sito di
Barletta sviluppo, rispetto dell’ambiente e lavoro attraverso enormi investimenti. In particolare, negli ultimi tre anni,
l’azienda lo ha fatto cercando di contemperare le opere di messa in sicurezza ambientale con l’attività produttiva dello stabilimento, senza risparmiare nessuno sforzo".
E’ quanto si legge in una nota ufficiale diramata da Timac
Agro Italia in seguito agli incontri che si sono svolti ieri a Bari tra le varie parti coinvolte nella vicenda dello stabilimento di via Trani chiuso dal 1 maggio quando il Gip del Tribunale di Trani ha revocato la facoltà d'uso dell'azienda sotto sequestro preventivo da giugno del 2016.
“Il 30 aprile – prosegue la nota – gli interventi di messa in sicurezza operativa realizzati seguendo indicazioni concordate con gli enti locali durante numerose conferenze di servizi sono stati giudicati insufficienti dall’autorità giudiziaria che ha disposto la revoca della facoltà d’uso e il fermo dello stabilimento. L’attività di bonifica, irrealizzabile a impianto attivo, è ora l’unica priorità per tutti.
Timac non intende sottrarsi a questo impegno, assunto da tempo con istituzioni, territorio e opinione pubblica. Per questa ragione l’azienda, che ha sempre agito in buona fede e nel rispetto assoluto della normativa, si è già attivata per procedere con la bonifica dell’area in accordo con gli enti preposti”.
“
Conseguentemente – dopo aver considerato tutte le alternative legali e operative –
siamo costretti a procedere tramite l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività. Inizia ora – conclude l’azienda di via Trani – una fase di confronto con i sindacati”.