E’ nei momenti difficili che si dimostra amore e solidarietà. Il periodo che stiamo vivendo è uno dei più duri dell’inizio secolo: pandemia, guerre, inflazione ,crisi energetica, disoccupazione, caro bollette e tanto altro ancora, stanno mettendo a dura prova la resistenza del sistema economico e sociale di imprese e famiglie. In tutto questo grigiore, bisogna saper ritrovare la forza e la speranza per andare avanti, per credere che un futuro diverso e migliore  è possibile.

Questa luce di speranza deve venire anche dal Santo Natale. Le ormai imminenti feste natalizie devono essere occasione per ritrovare il dialogo all’interno delle comunità locali per estenderlo poi al globale. Dialogo vuol dire anche solidarietà, aiuto reciproco, amore per le proprie origini e per la propria terra. Dare un aiuto, tendere una mano a chi è in difficoltà significa vivere il Natale nella sua pienezza del significato cristiano. Fra i tanti in difficoltà, non bisogna dimenticare chi genera l’economia locale e in particolare i commercianti. Il Santo Natale, diviene così occasione per aiutare i piccoli commercianti, quelli che con le loro insegne illuminano le strade cittadine, quelli che hanno un rapporto diretto con i clienti, quelli che rappresentano la tradizione, quelli che offrono prodotti freschi e di qualità, quelli che vivono da una economia piccola e locale, quelli che con sacrificio aprono ogni giorno la loro attività sperando in ognuno di noi. E allora, quale occasione migliore per dare loro un aiuto, acquistando nelle piccole botteghe cittadine.

Fare acquisti nel proprio comune significa garantire il lavoro, la continuità produttiva, la sopravvivenza della storia, della cultura delle tradizioni cittadine. Contro la globalizzazione, ritorna forte lo slogan di “ Piccolo e bello “ che tende a favorire un mercato piccolo, locale e artigianale.