2030 per gli edifici nuovi e 2050 per gli edifici esistenti, questo il tempo previsto dall’Unione Europea per prestazioni energetiche a emissioni zero. Il 9 febbraio, a Bruxelles inizierà la discussione della Direttiva che prevede, tra l’altro, per gli edifici esistenti dei vincoli temporali intermedi: gli edifici di classe F e G devono essere ristrutturati e portati , entro il 2033, nella classe D per poi passare entro, il 2050 , nella classe A 4 ad emissioni zero. Obiettivo della Direttiva è quello di ridurre l’uso delle fonti fossili, combattere la povertà energetica e l’aria inquinata, rendere gli immobili più comodi e sicuri, creare nuovi posti di lavoro nel settore verde.
Agli edifici è imputato il 40% del consumo totale di energia della U.E. E IL 36% delle emissioni di gas ad effetto serra. Se si considera che in Italia il 74% degli edifici è fuori norma, si capisce l’importanza dell’adeguamento alle classi energetiche e alla riduzione delle emissioni di CO2. Per attuare la Direttiva della U.E. bisogna però superare gli ostacoli dovuti alle risorse e al cronoprogramma. Sono 9 milioni gli edifici da ristrutturare e per i proprietari è impossibile economicamente fare fronte a spese che mediamente si aggirano sui 100.000 euro . C’è bisogno, quindi, di incentivi statali ed europei. Ci sono? Sono disponibili ? Altro ostacolo è rappresentato dal cronoprogramma.
Ristrutturare 9 milioni di edifici in 10 anni è uno sforzo eccessivo, quasi impossibile che comporterà sicuramente tensioni sul lavoro e sul mercato : aumento dei prezzi e carenza delle materie prime, scarsità di manodopera, tecnici, professionisti e ditte specializzate. Prima della approvazione della direttiva occorre quindi ripensare a tempi, modalità e risorse per una casa green europea.