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21:11:00
Vigili del fuoco, Doronzo e Rizzi: “Corpo senza Inail. Serve anche a noi l'assicurazione”
“Il lavoro dei vigili del fuoco classificato cancerogeno dall'Iarc. Non sappiamo più cosa farcene di pacche sulla spalla”



“Il vigile del fuoco non è un mestiere ma una professione, che si ipotizza in una vocazione. Non crediamo che esista un’altra professione così rischiosa e pericolosa: i grossi incendi, come nel caso delle ecoballe, sono quelli che ci preoccupano maggiormente. Le domande che ci poniamo sono: cosa contenevano le ecoballe e cosa ha prodotto la combustione delle stesse?  In questi casi, l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente effettua campionamenti ambientali, ma a noi fa paura l’ignoto, il non sapere cosa abbiamo inalato, il non sapere cosa abbiamo assorbito nonostante gli autoprotettori e i DPI. Quando vengono riscontrati valori fuori norma, nessuno si preoccupa di monitorare i vigili del fuoco, ma veniamo lasciati al fato”.
Lo dicono il coordinatore del Fp Cgil Vvf Bat, Ruggero Doronzo e Giuseppe Rizzi, responsabile territoriale di FP Cgil Vvf Bat, riflettendo sul lavoro dei vigili del fuoco e sul fatto che l’Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro lo abbia classificato come cancerogeno. “Per chi non lo sapesse, i vigili del fuoco operano senza copertura assicurativa Inail. In caso di infortunio bisogna prenotare le visite specialistiche, anticipare le spese mediche e al termine della convalescenza si chiede il riconoscimento della causa di servizio per poter ottenere il rimborso spese dall’Ona, l’Opera nazionale di assistenza. A metà settembre 2024 è stato presentato un emendamento al Parlamento italiano per estendere l’assicurazione Inail al corpo dei vigili del fuoco ma è stato respinto. La politica, crediamo, che abbia perso una grande occasione, sarebbe stato un giusto riconoscimento. Da tempo, inoltre, denunciamo la mancanza di una statistica sulle malattie professionali che colpiscono i vigili del fuoco nella loro vita lavorativa, non conosciamo di quali patologie soffrono i nostri pensionati. Non conosciamo statisticamente di quale malattia muoiono i vigili del fuoco, sono molte malattie che si sviluppano appena si va in pensione, come il mesotelioma cancro dell’amianto, come i problemi, cardiaci o quelli neurodegenerativi. Monitorare le patologie, semplificherebbe lo studio dei nuovi dispositivi di sicurezza, unici nostri alleati nella lotta contro le contaminazioni e le esposizioni di sostanze nocive”.
“Una certezza, intanto, seppur negativa, è arrivata dall’Iarc: ‘L’esposizione professionale del Vigile del Fuoco è stato classificato come cancerogena per l’uomo’. Lo studio ha riscontrato alti livelli di sostanze cancerogene nelle autopompe, nelle sedi di servizio dei vigili del fuoco e nei dispositivi di protezione personale. Nel nostro lavoro non mancano gli infortuni e i decessi dovuti allo stress e agli imprevisti che accompagnano le operazioni di soccorso, il rischio per salute non si ferma quando l’incendio è stato spento. Molteplici i fattori in gioco: dai pochi DPI in dotazione, al ritardo con l’evoluzione scientifica e tecnologica degli stessi, la mancata decontaminazione al termine dell’intervento, una pianta organica largamente inferiore alla bisogna che costringe a programmare turni massacranti che creano difficoltà di concentrazione nella risposta al pericolo, il tutto in condizioni ambientali estreme dove si passa (anche nella stessa giornata), dagli incendi, alle bombe d’acqua e alle trombe d’aria, mettendo a dura prova la professionalità e il fisico dei vigili del fuoco, il tutto condito da una scarsa retribuzione ed una totale disattenzione della politica locale e nazionale. Non sappiamo più cosa farne delle pacche sulle spalle e dei ringraziamenti dei politici, oggi per ritornare credibili ai nostri occhi, i politici hanno l’obbligo di sviluppare, con urgenza, un progetto per attivare il prima possibile misure di sicurezza che salvaguardano la vita dei vigili del fuoco”, concludono Doronzo e Rizzi.
 


Redazione










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