Sabato 7 settembre 2019, a Barletta nella Basilica Concattedrale Santa Maria Maggiore, alle ore 19.30, durante una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, il diacono Domenico Rizzi, della Congregazione dei Servi della Carità (SdC, Opera don Guanella), sarà ordinato presbitero. Don Domenico presiederà la prima volta l’Eucarestia domenica 8 settembre 2019, nella Parrocchia San Nicola in Barletta, alle ore 11.00.
«Don Luigi Guanella - spiega il diacono Domenico Rizzi, ordinando presbitero - era convinto - come egli stesso scrive nel Regolamento dell’Istituto da lui redatto nel 1905, sottoponendolo all’approvazione della Santa Sede – che “i sacerdoti sono continuatori del ministero di Gesù Cristo”. Invitava a riflettere come essi fossero “quasi un altro Gesù Cristo, canale di grazie agli uomini e veri dispensatore dei doni celesti”. I sacerdoti Servi della Carità, a motivo del Carisma dell’Istituto che si focalizza principalmente nella certezza che Dio è Padre Provvidente che si prende cura dei suoi Figli, a partire dai poveri e dagli emarginati che gridano dicendo: “non ho nessuno”, sono chiamati in particolare ad imitare, di Gesù Cristo: “lo spirito di preghiera, con cui pregava il Padre (Mt 6, 9-13); lo spirito di carità, per cui è scritto che il divin Salvatore passò beneficando e sanando tutti (At 10, 38); lo spirito di sacrificio, dacché è prescritto che il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore (Gv 10, 11)”. Il sacerdote guanelliano è pertanto chiamato ad incarnare quello che viene definito in Congregazione il “testamento spirituale” lasciato da don Guanella ai suoi confratelli in punto di morte: “Pregare e Patire... in caritate Christi”. A coloro che tra i Servi della Carità sono presbiteri si possono dunque chiedere due grandi tipi di compiti. Il primo, comune a tutti i confratelli, riguarda l’importanza di incarnare il vangelo della Carità nel servizio del prossimo più bisognoso, con un’attenzione speciale ai disabili, agli anziani e ai ragazzi che vivono situazioni particolarmente difficili. Il secondo riguarda gli uffici propri ed esclusivi del ministero sacerdotale: essendo il sacerdozio una realtà che segna la persona, più e prima che la sua azione, tutto nel prete guanelliano deve essere “sacerdote”: il suo pensare, il suo vivere, il suo agire. In forza della sua ordinazione sacerdotale, si può affermare dunque che il presbitero guanelliano si configura a Cristo contemporaneamente sotto l'immagine del Buon Pastore, come avviene in ogni altro sacerdote, e del Buon Samaritano, provvidente e misericordioso, a motivo del particolare carisma guanelliano che confluisce nel sacerdozio».
Nato il 20 aprile 1981 a Barletta don Domenico Rizzi è stato battezzato il 7 giugno 1981 a Barletta. Ha un fratello maggiore e una sorella gemella. Ha studiato al Politecnico di Bari, conseguendo nel 2007 la laurea magistrale in ingegneria meccanica. Dal giugno 2009 al settembre 2011 ha lavorato in equipe presso il Dipartimento di Fisica di Bari, nell’ambito della ricerca scientifica. In questo periodo, frequentando la cappella universitaria del Politecnico di Bari – ubicata nello stesso Campus Universitario dove è situato il Dipartimento di Fisica – ha conosciuto i padri guanelliani (Servi della Carità), incaricati del ministero della cappellania per la pastorale universitaria. Partecipando con un gruppo di studenti universitari ad una serie di incontri vocazionali a cadenza mensile, ha avvertito la chiamata del Signore a consacrare a Lui la sua vita. Dopo una esperienza residenziale in comunità vocazionale a Bari, durante la quale ha continuato a lavorare regolarmente, è entrato “ufficialmente” nella Congregazione dei Servi della Carità, come postulante, il 24 settembre 2011 a Bari. Ha studiato il biennio filosofico-teologico nel Seminario Regionale di Molfetta, mentre il triennio teologico l’ha frequentato presso la Pontificia Università Lateranense, iscrivendosi successivamente alla Licenza in Teologia Pastorale, attualmente in corso, all’interno della stessa Università. Appartiene alla Provincia «Romana - San Giuseppe». Ha emesso la Prima Professione Religiosa l’8 settembre 2014 a Barza d’Ispra (VA), professando i voti in perpetuo il 27 aprile 2019 a Roma. E’ stato ordinato diacono il 28 aprile 2019 a Roma, svolgendo in seguito la sua attività apostolica presso i disabili della «Casa San Giuseppe» - Opera don Guanella di Roma. È nominato cappellano universitario presso il Politecnico di Bari.
La Congregazione dei Servi della Carità è una Congregazione religiosa clericale di diritto pontificio, fondata a Como (Italia) da San Luigi Guanella (19 dicembre 1842 - 24 ottobre 1915), il quale riconosce come data di fondazione il 24 marzo 1908, quando cioè i primi membri dell'istituto emisero per la prima volta i voti religiosi perpetui. L’anno decisivo per l'avvio delle sue opere fu tuttavia il 1886, a Como, con l'apertura della "Piccola Casa della Divina Provvidenza", (che poi si chiamerà semplicemente "Casa della Divina Provvidenza", per evitare confusioni con l'istituto del Cottolengo a Torino). Coadiuvato dalle Figlie di S. Maria della Provvidenza da lui fondate, don Guanella dedicò energie e sacrifici alla fondazione anche della Congregazione maschile, iniziando ad aprire spazi sempre più grandi alla carità. La famiglia guanelliana è costituita anche da un terzo ramo, che si aggiunge ai due “religiosi”, maschile e femminile: quello cioè dell’Associazione “laicale” dei Cooperatori Guanelliani. Dalla città di Como, don Guanella partì per creare nuove opere caritative in varie parti d’Italia, della Svizzera e degli Stati Uniti d’America, spinto dal desiderio di realizzare i suoi progetti, o meglio i suoi “sogni”, in embrione fin dalla fanciullezza. Don Guanella si lasciò afferrare fin da giovane dalla visione essenziale del Vangelo: Dio è Padre e Padre provvidente, il quale tratta l’uomo come figlio, oggetto delle sue cure e dei suoi doni, tanto più se emarginato, debole e nel bisogno. La vita è per lui una storia d’amore tra Dio Padre e noi tutti suoi figli. Ogni uomo è chiamato, convocato a far parte di questa famiglia: l'escluso, l’infelice, il bisognoso entrano a pieno titolo in questa famiglia. E così si delinea chiaramente il campo di intervento di don Guanella: i “diversamente abili”, che don Guanella chiama ‘Buoni Figli’, i bambini orfani o di strada, gli anziani, i malati terminali e coloro che rischiano l’emarginazione, perché considerati “umanità di seconda categoria”. Dio si fa sollecito con la sua Provvidenza; l’uomo risponde con il dialogo intenso, che è fede, preghiera, fiducia, affetto e semplicità e con l’impegno a farsi Buon Samaritano verso chi giace ferito ai bordi della strada della vita. La pedagogia della famiglia guanelliana è riassunta in un semplice binomio: a tutti dare “Pane e Signore”. “Pane”: come attenzione alla promozione umana della persona, al suo sviluppo fisico, intellettivo, psicologico e sociale. “Signore”: con l’occhio vigile ai bisogni insopprimibili della sua spiritualità, da coltivare fino a quella maturità cui ciascuno è chiamato sia nel rapporto con Dio, che nella società.