Nell’effettuare le proprie scelte, le persone adottano strategie differenti a seconda del numero e della complessità delle opzioni disponibili. Via via che le alternative si fanno più complesse, si hanno molti più elementi su cui ragionare e molto più lavoro da fare. Via via che le decisioni si fanno più numerose, sarà necessario creare una struttura solida del pensiero, la quale, a sua volta, influenzerà gli esiti delle decisioni.
Il più profondo significato dell’evento espositivo dal titolo “Nudge: l’architettura delle scelte”, dedicato ai Silos Granari del porto di Barletta, è tutto in queste parole, estratte dal saggio socio-economico scritto da Richard H. Thaler, professore di Economia e Scienza del comportamento alla Graduate School of Business dell’Università di Chicago. Un testo, dal titolo evocativo, che riflette sulle strade che la mente di ciascuno di noi percorre per prendere le più disparate decisioni nella propria vita quotidiana. Dalla piccola scala alla larga scala, l’elemento che accomuna i percorsi decisionali di qualunque individuo trova una sua risoluzione in quella che Thaler definisce “spinta gentile” (nudge), ossia quell’impercettibile moto psicologico in grado di farci propendere verso una decisione piuttosto che un’altra.
Accostare la teoria di Thaler all’architettura è stata ritenuta, dunque, la chiave per guardare al tema dei silos non attraverso semplici quesiti assertivi o negativi, ma assecondando il moto ondoso degli eventi, alla ricerca della “spinta gentile” in grado di smuovere le coscienze e di attivare processi concreti di cambiamento.
Guardare al “problema silos” in questa ottica ha reso subito evidente come la potenza delle immagini generate dalla loro possente architettura, entrando in contatto con le competenze, le visioni ed il pensiero di architetti, designers e artisti di fama nazionale ed internazionale, avrebbe potuto rendersi promotrice proprio di quella “spinta gentile” di cui ciascuno di noi ha bisogno nel momento in cui si trova alle prese con una decisione.
L’evento, curato dagli architetti Massimiliano Cafagna e M. Alessandra Rutigliano con il supporto del graphic designer e professore dell’Università degli Studi di Urbino Francesco Delrosso, si svolgerà interamente on-line sabato 20 giugno 2020 dalle ore 09:00 alle ore 21:00 sulla piattaforma Facebook, all’interno dell’evento dall’omonimo titolo creato dal collettivo “Laboratorio di Immaginazione Urbana” (https://www.facebook.com/events/663936174156588/).
La mostra, proposta come una “maratona grafica”, si strutturerà secondo tre filoni principali: i silos come segni della storia industriale; i silos come elementi propulsori del cambiamento sociale ed economico; i silos come macchine dell’immaginazione. Il tutto si svolgerà come un percorso durante il quale ai contenuti fotografici ed alle riflessioni prodotte nel tempo da famosi architetti e fotografi (dagli scritti di Le Corbusier, alle fotografie di Berndt e Hilla Becher) si susseguiranno, in un unicum fluido, scandito esclusivamente dallo scorrere del tempo, immagini e contenuti video relativi a esempi riusciti di riconversione e rigenerazione urbana che hanno coinvolto i silos granari di città come Guangzhou, Catania, Shangai, Buffalo, Cape Town, Brim, Esempi, questi, utili a rendere vividi, nell’immaginario collettivo, i possibili scenari a cui andare incontro mantenendo in vita i silos del nostro porto. Possibili scenari che troveranno una loro trasposizione sui Silos Granari di Barletta nelle immagini “oniriche” prodotte negli ultimi mesi da influenti e rinomati professori, ricercatori, architetti, studi di architettura, collettivi ed artisti di fama nazionale ed internazionale (Bari, Roma, Amsterdam, Milano, Berlino, New York, Napoli, Ferrara, Londra, Caserta, Catanzaro, Firenze, Madrid, Venezia). Una sorta di “raccolta delle possibilità” da cui trarre spunto e attraverso cui animare il dibattito comunitario sul tema, con l’obiettivo finale di ampliare e superare i limiti spazio-temporali a cui tutti noi siamo abituati, rendendo quanto condiviso durante la giornata di sabato 20 giugno “struttura portante” per quelle che potranno essere le scelte e le riflessioni personali e comunitarie relative alla tutela o all’abbattimento dei silos granari del porto di Barletta. Un piccolo primo passo in vista di future nuove riflessioni sul tema che accostino i silos non esclusivamente all’architettura, ma anche alla street art ed alle visioni di artisti nazionali ed internazionali che attraverso le proprie opere sono stati in grado di ridare vita e dignità a porzioni di città spesso dimenticate. L’elenco di coloro che hanno accolto con entusiasmo la “sfida” di immaginare un futuro per i silos di Barletta è davvero esteso ed in continua crescita e dar voce e forma al pensiero di tutti potrebbe essere un’ottima strada per tracciare nuovi sentieri da percorrere.
D’altro canto, giunti al giro di boa, a fronte delle vicende che hanno coinvolto i silos negli ultimi mesi, da un lato, l’evento diviene un’occasione per ottenere da parte dell’ Amministrazione Comunale e dell’ Autorità Portuale risposte sull’argomento silos, con il solo fine di comprendere quali saranno le proposte che verranno messe in atto una volta che la demolizione dei silos granari sarà conclusa e verso quale orizzonte, e con quali strategie, ci si stia muovendo; dall’altro, la mostra si propone come un momento di confronto e di condivisione con la comunità tutta, nel tentativo di comprendere quali potrebbero essere le prospettive future per i silos, nel caso in cui si preveda di mantenerne l’architettura, o per la banchina su sui essi si ergono, nel caso in cui si veda nel loro abbattimento una risorsa.
È fondamentale innestare meccanismi che portino tutti noi a riflettere in maniera critica su ciò che quotidianamente ci circonda. Le città in cui viviamo sono state forgiate sul pensiero, sulla politica e sui principi dei propri cittadini e di coloro che le hanno amministrate. Ogni angolo, ogni piazza, ogni monumento, ogni pietra, balcone, giardino, strada o piazza sono patrimonio di tutti. È per questo che la fortuna di poter abitare le nostre città oggi richiede attenzione e rispetto nei confronti di ciò che il passato ha lasciato noi in eredità, favorendo sempre il cambiamento, purché attraverso spirito critico e concretezza.
La “spinta gentile”, dunque, non si limita a cercare di formulare un pensiero sulla correttezza o meno della decisione di abbattere i silos del nostro porto, ma si apre al confronto con la comunità, insinuandosi silenziosa nei solidi schemi a cui tutti siamo inconsciamente abituati.
contributori:
Cecilia Anselmi (Roma), Arcipelago (Bari), Carmelo Baglivo (Roma), Francesca Berni (Milano), Biro+ (Bari), Gaetano Boccia (Madrid), Antonio Buonaurio (Caserta), Campo Vago (Bari), Enrico Casini (Firenze), Enzo Ceglie (Cerignola), Pietro Colonna (Losanna), Vincenzo D’Abramo (Venezia), Tiziano De Venuto (Corato), Alberto Maria Ficele (Milano), Fabio Alessandro Fusco (Taranto), Angela Fusillo (Napoli), Luca Galofaro (Roma), Cherubino Gambardella (Napoli), Francesco Garofoli (Milano), Andrea Giovenzana (Milano), Pasquale Iaconantonio (Catanzaro), IOSA+Fèrima (Bari), La Capagrossa + D. Garofalo (Ruvo), Emmanuele Lo Giudice (Roma), Carlo Morrone (Parigi), Maysha Mussonghora (Berlino), Lorenzo Netti (Bari), OKS ARCHITETTI (Firenze), Domenico Pastore (Bari), Parisite 2.0 (Milano), Simone Porfiri (Ascoli Piceno), Carlo Prati (Roma), PROFFERLO Architecture (Bari), Vito Quadrato (Bari), A. Renna + F. Carrasso (Amsterdam), Francesco Romanelli (Trani), SAK architettura (Bari), SDGR (Caserta), Cristina Senatore (Napoli), Beniamino Servino (Caserta), SG/A (Ferrara/Londra), Vincenzo Salierno (Milano), Soft-Firm (New York), TA.R.I-Architects (Roma), Annarita Tartaglia (Pescara), UTP + XCA (Bari), Warehouse Architecture (Roma), Jane Wong (Londra), Elia Zoppi (Empoli)