venerdė 22 novembre 2024




Ultimissime:


Attualita
mercoledė, 26  agosto 2020



11:30:00
Storie, Libri e Cucina in Piazza Marina: a Barletta arriva lo scrittore Pino Aprile
Presenterà il libro: "Il male del nord"



Storie, Libri e Cucina torna a Barletta dopo il successo della prima edizione, quella dell'estate 2019, e la rassegna 2020 in Piazza Marina prende il via con la sagacia e la cultura di Pino Aprile: lo scrittore di origini pugliesi sarà in città mercoledì 26 agosto alle 21 per presentare il suo ultimo libro "Il male del nord" (ed. Feltrinelli). A dialogare con l'autore sul palco ci sarà il giornalista Nicola Curci. Ingresso libero e gratuito, nel rispetto delle normative di sicurezza anti-Covid. Sarà obbligatorio indossare la mascherina per accedere al proprio posto e partecipare all'evento.

CHI E' PINO APRILE - Nato a Gioia del Colle, cresciuto a Taranto, poi trasferitosi ai Castelli Romani, dove vive, e per alcuni anni a Milano.  Pino Aprile è un giornalista, ha lavorato in Rai al settimanale di approfondimento del Tg1, TV7, e con Sergio Zavoli, nell’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud”; a vent’anni era già cronista alla “Gazzetta del Mezzogiorno”, interrompendo gli studi di Fisica alla Sapienza, Roma (inutili le iscrizioni a Lettere Moderne, Lecce, e a Scienze Politiche, Bari); è stato vicedirettore di “Oggi” e direttore di “Gente”; velista, ha diretto il mensile “Fare Vela”. La professione lo ha portato ovunque nel mondo e gli ha fatto incontrare i grandi del Novecento. Fu il primo a intervistare in carcere Alì Agca, l’attentatore di papa Giovanni Paolo II; l’unico a realizzare un reportage nell’allora impenetrabile Albania di Enver Hoxha e a venirne fuori; l’unico a intervistare Nicu Ceausescu dopo la rivoluzione rumena; raggiunse i khmer rossi nella giungla cambogiana, quando non si sapeva più se fossero stati o no sterminati e in Germania il 9 novembre 1989 (lì, per puro caso!) vide cadere il muro di Berlino.

Aprile è anche scrittore di libri tradotti in diversi Paesi: il primo, per immeritevole spinta del premio Nobel Konrad Lorenz, “Elogio dell’imbecille”, nel 1997, sui meccanismi di moltiplicazione della stupidità, è stato a lungo best seller in Spagna (un caso editoriale), mentre in Giappone la prima edizione fu pensata per i manager delle multinazionali; poi, “Elogio dell’errore”, “Il trionfo dell’apparenza”; tre libri di mare e vela: “Il mare minore”, “A mari estremi”, “Mare uomini e passioni”. “Terroni”, rilettura non fiabesca dell’Unità d’Italia e della Questione meridionale, nel 2010, ha fatto registrare tirature che non si vedevano da mezzo secolo, con centinaia di ristampe, decine di premi (“Uomo dell’anno”, nel 2011, a New York, dopo la traduzione in inglese) e dopo quasi dieci anni resta fra i 100 titoli più venduti, pur avendo superato da tempo il mezzo milione di copie (cifra spropositata per saggi storico-politici); “Giù al Sud” ne ha quasi replicato il successo e l’aggiunta di “Mai più terroni”, “Il Sud puzza”, “Terroni ‘ndernescional”, “Carnefici”, “Attenti al Sud” (con Maurizio de Giovanni, Mimmo Gangemi e Raffaele Nigro”) hanno trasformato l’opera di Aprile in un fenomeno più politico che editoriale. 

SINOSSI DE "IL MALE DEL NORD"- l covid-19 è il messaggero (più del telefonino) venuto ad annunciare e sancire la fine della civiltà industriale e la diffusione planetaria di quella informatica; la fine del modello economico che si basa sulla concentrazione di tutte le risorse e delle possibilità in poche megalopoli che crescono a spese di tutto il resto, generando disuguaglianze sociali e territoriali: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri, servizi ultramoderni per pochi e nulla per gli altri (autostrade superflue e altra velocità ferroviaria sovradimensionata a Nord, non a Sud, e persino nemmeno il treno a velocità qualsiasi). Il virus ha imperversato e imperversa proprio nelle cattedrali delle disuguaglianze, inducendo all’abbandono delle megalopoli (si stanno svuotando New York, Los Angeles, San Francisco… e ci si trasferisce nelle aree finora semispopolate; in Italia, la migrazione di centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Lombardia verso il Sud ha dato la rappresentazione anche visiva dell’inversione della storia e dei valori, ha scritto il quotidiano spagnolo El Pais). L’isolamento e il ritorno ai paesini abbandonati del Mezzogiorno e delle aree appenniniche interne, causa virus, ha confermato per alcuni e fatto scoprire a tutti gli altri che la presenza fisica sul posto di lavoro è raramente necessaria e si può far tutto o quasi “da remoto”, da quei borghi da cui si era fuggiti e che ora vengono riabitati.

Il futuro è nelle zone in cui sembrava si stesse perdendo non solo il presente, ma anche il passato: il Sud (più le aree interne appenniniche e qualche zona alpina) colpevolmente condannato dallo Stato italiano, nonostante i ripetuti richiami dell’Unione Europea lasciati cadere nel vuoto, a unica macroregione del continente senza servizi e infrastrutture di livello europeo. Tanto che l’UE, nel piano di ripartenza finanziato con 173 miliardi, dice esplicitamente che vanno provilegiati il Mezzogiorno, perché a più alto differenziale di sviluppo e il recupero delle aree interne. Alla stessa conclusione giungono le analisi e i rapporti di economisti di università diverse (Bolzano, Barcellona, Napoli, Bari, Cosenza…) e la Svimez. È l’ultima occasione per fare un Paese dell’Italia, mai davvero unita e costruita a mano armata con un Nord che ha fondato la sua crescita sullo sfruttamento del Sud colonia interna.



Redazione



Barletta libri







Accadde oggi, 57 anni fa il “sogno” di Martin Luther King

Rifiuti abbandonati per strada a Barletta, l'ira di Cannito