A cura dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, Sezione di Trani “Renato dell’Andro”, venerdì 7 maggio 2021, alle 16.00, si terrà il webinar sul tema “I cattolici e la politica”.
L’iniziativa si svolgerà con la partecipazione delle sezioni UGCI di Venezia, Foggia, Bari, Altamura, Taranto, Oria, Vasto; e in collaborazione con l’Associazione Donne Giuriste Italiane - Sezione di Trani e il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Puglia e dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.
Programma del webinar:
SALUTI ISTITUZIONALI
Presentazione:
Presiede e Modera:
RELATORI
"Partiti politici e impegno del cristiano: i passaggi epocali e l'insegnamento del Magistero della Chiesa"
"Fede, Impegno nel mondo e Politica da Cristiani"
“Il cattolico nella vita politica ieri, oggi e domani”
L’evento si terrà dalle dalle ore 16.00 alle 19.00 nelle forme del webinar sulla piattaforma telematica ZOOM con il link:
Entra nella riunione in ZOOM
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“Non expedit”: Questo il “diktat” della Curia Romana quando con il Decreto del 1874 obbligò i cattolici ad astenersi dall’ingerirsi nella vita politica del paese in considerazione della fine del potere temporale avutosi, nei secoli, da parte dei vari Papi che si erano succeduti. A scriverlo è la storica dott.ssa Giuseppina Paracampo, consigliera Nazionale Ugci. "Un divieto durato fino al 1919 - prosegue -, eliminato da Papa Benedetto XV, che acconsentì alla collaborazione dei cattolici con Don Luigi Sturzo, creatore del Partito Popolare Italiano.
Il rapporto fra i cattolici e la politica è sempre stato un tema molto discusso nel nostro paese: cattolici e politica, Stato e Chiesa.
Dopo le traversie delle guerre risorgimentali e l’unione dell’Italia una nuova figura si affaccia nella Chiesa, portatore di un’idea cattolica della politica, una nuova forma di collaborazione della Chiesa nella res pubblica.
Nel gennaio del 1919 uno sconosciuto presbitero della Sicilia, della città di Caltagirone, fonda il primo partito popolare Italiano, affiancando il partito socialista: si chiamava Don Luigi Sturzo.
Determinante fu l’opera di questo presbitero nella rinascita dell’opera dei cattolici nella vita sociale del paese, nel periodo prebellico della I^ guerra mondiale, quando la Chiesa si trovò ad affrontare diverse difficoltà e trasformazioni.
Don Luigi Sturzo riuscì nell’ intento di portare i cattolici nella vita politica del paese, grazie alla sua convinzione che i cattolici, considerato il rapporto che avevano con la Chiesa, potessero partecipare alla res pubblica meglio di qualsiasi altra persona, grazie al maggior contatto con il popolo, facendosi portavoce dei bisogni e degli interessi di ciascun cittadino.
“Io non mi propongo di realizzare l’unità politica dei cattolici. La mia fu soltanto una corrente di cattolici che fondò un partito nel quale potevano militare anche i non cattolici”.
Questa l’idea che Don Luigi Sturzo aveva del suo “partito “.
“ A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi e preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e di libertà”.
Questo il suo “Appello ai Liberi e Forti” della Carta istitutiva del PPI.
Con Don Luigi Sturzo la Chiesa torna, dopo cinquant’anni di assenza, nella vita politica dell’Italia, il suo gruppo cattolico in soli 6 mesi, in occasione del primo incontro, che si tenne dal 14 al 16 giugno 1919 in Bologna, il numero degli iscritti sale a 56.000, ottenendo, anche, 98 seggi a Montecitorio.
Segno, questo, che la popolazione segue Don Luigi Sturzo, crede nella sua azione e nel suo “ partito”.
Ma il messaggio cattolico-popolare del presbitero di Caltagirone si scontra fra l’avvento di Mussolini ed i messaggi del Segretario di Stato del Vaticano nel 1923, che lo inducono “a non creare imbarazzo” in Vaticano a causa della sua doppia funzione di presbitero e segretario di un partito politico.
E così il 10 luglio del 1923 Don Luigi Sturzo, pur rispondendo ed obbiettando alle richieste degli alti prelati, si dimette dalla sua carica di Segretario del PPI, ma le sue idee non moriranno se vero che oggi la Chiesa sta portando avanti il processo di beatificazione di un presbitero che è stato un innovatore del sistema politico.
Oggi le linee guida dell’opera del cattolico nella vita politica si ritrovano nel testo della Congregazione per la Dottrina per la Fede, firmata dal Cardinale Joseph Ratzinger, quando il 24 novembre 2002 era Prefetto della Congregazione, dal titolo “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”.
Tale documento, rivolto ai Vescovi della Chiesa Cattolica, a tutti i fedeli laici, impegnati nella partecipazione alla vita pubblica e politica ed ai cattolici politici, ripropone l’insegnamento del Concilio Vaticano II per il quale “ i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla politica, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune.
Questo evidenzia anche la modernità di Don Luigi Sturzo e della sua idea di politica: “ Il far politica è, in genere, un atto di amore per la collettività “ laddove per amore deve intendersi il compimento di atti, opere, l’essere onesti e sinceri. La vera politica è cooperare alla res pubblica con l’onestà, la sincerità e l’azione, buona. Ma oggi potremmo definire così la politica?"