"A Barletta, oltre un secolo fa, sorse un cementificio, fuori dal centro urbano, ma, col passar del tempo, fu circondato da palazzi e opifici, finendo, di fatto, nel tessuto urbano di una città di centomila abitanti.
Tale impianto, come tanti similari in Italia, è utilizzato come co-inceneritore di rifiuti pretrattati CSS e ciò desta forte preoccupazione.
A febbraio 2019, per conoscere i possibili effetti degli inquinanti emessi, pur monitorati al camino e nei limiti di legge, è stato siglato un protocollo d’intesa tra Comune, ASL, ISDE, Ordine dei medici, scuole primarie e associazioni ambientaliste, per un biomonitoraggio finanziato dall’ASL.
La proposta fu lanciata dal Forum Salute e Ambiente, portata nelle istituzioni dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle e, grazie alla pressione di tanti cittadini, attuata dal Sindaco.
È stata misurata, per la prima volta al mondo in un congruo arco spazio-temporale, la concentrazione di 24 metalli nelle unghie dei piedi di 366 bambini tra 6 e10 anni.
Il 25 giugno scorso Di Ciaula ha pubblicato i risultati sulla prestigiosa rivista “Exposure and Health”.
I bambini che vivono e frequentano la scuola nell’area esposta alle emissioni del cementificio mostrano un bioaccumulo cronico di metalli tossici (nichel, cadmio, mercurio e arsenico). Esso si correla, indicando una fonte comune.
L’articolo conclude che i cementifici situati in aree urbane sembrano quindi dannosi e sono necessarie politiche di prevenzione primaria per proteggere la salute dei bambini: 1) delocalizzazione; 2) norme più restrittive per l’uso dei combustibili fossili; 3) limitazione di rifiuti ricchi di metalli pesanti; 4) educazione sanitaria.
Questo studio impone ora la massima attenzione, sia sul fronte sanitario, per approfondire e valutare l’effettivo rischio sui residenti nell’intorno dei cementifici, e sia su quello ambientale e socio-economico, al fine di eliminare la causa, se pericolosa.
Bruciare i rifiuti, così come tombarli, è un tragico errore. E ora sappiamo che potrebbe anche essere pericoloso, ancor più per i bambini.
La strategia “rifiuti zero” è l’unica sostenibile, attivando le 5 R: Riduzione, Riuso, Riciclo, Raccolta, Recupero".