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Cronaca
sabato, 8  maggio 2021



08:38:00
Abbandonato al "Dimiccoli" di Barletta. L'esito dell'autopsia sul 52enne
La nota stampa dell'avvocato della famiglia del 52enne barlettano



"Un padre di famiglia, che lavorava sodo per mantenere i suoi congiunti e che aveva il grande sogno di veder diventare il figlio un ballerino professionista. Tutto spezzato, a soli 52 anni, da un automobilista che lo ha falciato e ucciso mentre camminava per strada e che poi, con due suoi conoscenti, lo ha inspiegabilmente caricato in macchina e lasciato davanti all’ospedale, dileguandosi, salvo essere poi rintracciato dagli inquirenti". Comincia così la nota stampa scrive l'avvocato della famiglia del 52enne barlettano.

"La moglie e i due figli, uno dei quali di appena dieci anni, del barlettano Cosimo Damiano Lamacchia, si aspettano ovviamente che siano chiariti fino in fondo i fatti e di ottenere giustizia, ma proprio in ragione alle modalità “criminali” dell’incidente e alle tante illazioni che ne sono seguite, ci tengono innanzitutto mettere in luce l’onestà e la statura morale del loro caro, che ha avuto solo una colpa: quella di essersi trovato ad attraversare la strada nel posto sbagliato, in via Monsignor Dimiccoli angolo con via Galileo Galilei, nella sua città, Barletta, e a due passi da casa, e nel momento sbagliato, all’incirca alle 13 del 30 aprile scorso. Proprio mentre sfrecciava l’auto condotta da D. S., trent’anni, anche lui barlettano, che lo ha investito in pieno.

Cosa sia successo esattamente dopo, e cosa sia scattato nella mente dell’investitore, è al vaglio della Polizia Stradale della Città e della Procura di Trani, che ha subito aperto un procedimento penale. Sta di fatto che il conducente si è fatto aiutare da due conoscenti che si trovavano nei pressi, L. M., 44 anni, e D. M., 34, anche loro del posto, ha caricato Lamacchia agonizzante in macchina e lo ha condotto all’ospedale Dimiccoli, seguito su un’altra vettura dai due amici, abbandonandolo davanti all’ingresso e fuggendo. C’è voluto poco, però, per gli agenti del Commissariato cittadino, grazie anche ai filmati delle telecamere, per risalire alle due auto, una delle quali una Fiat Cinquecento Abarth, e quindi ai loro occupanti, i quali hanno tutti ammesso le proprie responsabilità sulla tragedia. Il pedone, infatti, è spirato poco dopo essere arrivato al Dimiccoli, troppo gravi i politraumi, soprattutto cranici e toracici, riportati nell’impatto con l’auto pirata e poi nella rovinosa caduta a terra.

Il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il dott. Giovanni Lucio Vaira, ha dunque iscritto nel registro degli indagati D. S. per il reato di omicidio stradale, a cui potrebbero aggiungersi altre aggravanti quali il reato di fuga: non si conoscono ancora, poi, gli esiti degli esami tossicologici a cui è stato sottoposto per verificare se fosse alla guida sotto l’effetto di alcol o droghe. Indagati per favoreggiamento anche i due soggetti che lo hanno aiutato. Il Sostituto Procuratore ha altresì convalidato il sequestro dei due veicoli e, soprattutto, disposto l’autopsia sulla salma della vittima, che è stata effettuata il 4 maggio presso la sala settoria del Policlinico di Bari dal prof. dott. Biagio Solarino, il consulente tecnico medico legale nominato ad hoc da magistrato.

Il dott. Vaira, onde sgomberare qualsiasi dubbio sulle cause del decesso, ha chiesto esplicitamente al proprio Ctu di verificare se le lesioni riportate dal cinquantaduenne fossero effettivamente compatibili con un investimento, e la risposta è stata affermativa. Punto fermo dell’inchiesta è che Cosimo Damiano Lamacchia è stato investito: prima è stato attinto sulla gamba sinistra, come confermano i traumi riscontrati durante l’esame, quindi è stato caricato sul cofano e infine sbalzato sull’asfalto".



Comunicato stampa



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