Politica
mercoledì, 24 giugno 2020
13:15:00
Centrodestra in Puglia, Tupputi: «La lottizzazione è servita»
«Pensano di ipotecare i ruoli della prossima Consiliatura regionale con Fitto alla presidenza e la vicepresidenza alla Lega»
«Ci sono cose del vecchio modo di fare politica che si rimpiangono, come l'autorevolezza dei partiti che riusciva a garantire maggiore stabilità ai governi locali, regionali, nazionali. Il centrodestra in Puglia però è stato capace di attingere dalla vecchia politica il metodo peggiore, quello gerarchico piramidale, di Roma che comanda e la periferia suddita che obbedisce al partito - segretario – padrone», spiega Giuseppe Tupputi, presidente della confederazione sindacale Conf.a.l.p. e candidato alle elezioni regionali con Michele Emiliano.
«E così succede che, chini e proni, candidati, senatori, consiglieri uscenti e ambiziose new entry che si candideranno al consiglio regionale accettino gli ordini. Che lo facciano pure, loro, in Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, ma i cittadini – afferma Tupputi - devono sapere chi si propone a governare la nostra regione. Che cosa accadrebbe, cosa farebbero se fossero al governo? Farebbero i burattini, i fantocci azionati da fili. Ma soprattutto, che fine farebbe la democrazia?».
«Questa gente - prosegue il candidato e presidente della confederazione sindacale - pensa di poter ipotecare il futuro e i ruoli della prossima Consiliatura regionale con Fitto alla presidenza e la vicepresidenza alla Lega, per non parlare della lunga mano su alcuni comuni, chiamati anch'essi alle urne. Ci auguriamo che qualcuno nel centrodestra abbia uno scatto d'orgoglio, per la propria comunità e per se stesso. Da taluni altri non ci aspettiamo invece nulla perché senza partito alle spalle, sarebbero dovuti tornare a lavorare da molto tempo».
«E non fanno molto meglio Ivan Scalfarotto e Matteo Renzi con Italia Viva - incalza Tupputi -. Lo schema è lo stesso, le regioni sono pedine per l'affermazione di piccoli, infimi poteri, sono campi di battaglia su cui pareggiare conti personali, nulla di politico, nessun interesse comune. E che importa se, come ha spiegato bene Michele Emiliano, la Puglia rischia di tornare indietro di 15 anni. Scalfarotto deve spaccare, dividere, corrompere ogni tentativo di unità e, per farlo, ammanta, millanta e mistifica i fatti, raccontando di nobili intenzioni, mentre non gli importa di consegnare la Puglia a sovranisti e populisti, come lui d'altronde».
«Questo è il panorama, completato da pentastellati sempre più ripiegati su se stessi senza essere mai neppure sfiorati dal pensiero di dover fare un po' di necessaria e sana autocritica. Non consegniamo la Puglia a queste persone, non consegniamola al peggio della vecchia politica e al peggio della nuova politica. I pugliesi – conlcude Tupputi - non devono essere sudditi ma cittadini padroni e responsabili delle proprie scelte».
Redazione