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martedì, 2  novembre 2021



10:16:00
Fonti energia rinnovabili in Puglia, Amati: “Si fermi il bla-bla-bla sui 15 miliardi di watt bloccati"
"I giovani hanno ragione”



“Dopo un fine settimana incentrato totalmente sull’emergenza climatica, cioè sul punto centrale delle politiche green, spero sia arrivato il momento di accogliere il grido dei giovani e porre fine al bla-bla-bla di Puglia sulle fonti di energia rinnovabili, con 400 pratiche bloccate per fotovoltaico, eolico e biomasse, e la nuova ostilità sui parchi eolici offshore. E se serve, come credo, dobbiamo rapidamente modificare le norme del PPTR”. Lo dichiara il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“Ricapitoliamo. I grandi della terra hanno deciso di raggiungere l’obiettivo del contenimento climatico entro la metà del secolo in corso. I giovani, tuttavia, li accusano di fare solo bla-bla-bla. Hanno ragione? Si. 
Prendiamo per esempio la Puglia. C’è un bla-bla-bla statale e regionale che nel fine settimana abbraccia Greta e negli altri giorni disattende la sua opinione e quella di migliaia di giovani.

E andiamo ai fatti. Ci sono 400 pratiche Fer bloccate per 15 miliardi di watt complessivi e tutte candidate alla bocciatura in virtù di una norma del PPTR che ben può essere interpretata per respingere quelle richieste. E infatti è accaduto, paradossalmente, che sia stata bocciata anche una pratica per 56 mw in un’area inquinata di Brindisi. Si, esatto, è proprio così: in un’area inquinata si assume la necessità di tutela, valorizzazione e recupero dei valori paesaggistici.

Il motivo prevalente delle bocciature consiste, come accennato, in una norma del Piano paesaggistico, l’articolo 37, che è un passaporto per ogni diniego di tipo discrezionale e in contrasto con i principi di legalità formale. 

In questo senso anche l’orientamento del Ministero della Cultura, ente di copianificazione del PPTR, non sembra per nulla incline a modificare l’art. 37 o altre norme ostative, anche se la Regione non ha mai avanzato formalmente una richiesta. Ne deriva, allora, che tutta la narrazione e le buone intenzioni sul contenimento delle emissioni di CO2 è in netto contrasto con la pratica quotidiana. 

E come se non bastasse, anche sulle alternative localizzative in ambito offshore cominciano a mettersi in evidenza forti resistenze, senza che la Regione Puglia abbia ancora espresso un’opinione chiara. 
Se dunque vogliamo davvero concorrere a contenere l’emergenza climatica, c’è bisogno di assumere decisioni rapide, perché il bla-bla-bla non è uno strumento tecnologico di cattura dell’anidride carbonica”.


Redazione



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