Attualita
venerdė, 1 aprile 2022
08:38:00
Presentazione libro "E allora le foibe?", sen. Damiani: "Nessun contraddittorio"
"Proporre agli studenti tesi se non "negazioniste" quanto meno "giustificazioniste" non aiuta"
"Condivido le critiche e le perplessità espresse dal "Comitato 10 febbraio" e dal suo presidente nazionale Emanuele Merlino sulla presentazione organizzata dall'Anpi nelle scuole pugliesi, nei giorni fra il 31 marzo e il 2 aprile, del libro dello storico Eric Gobetti "E allora le foibe?" sulla tragica vicenda delle vittime titine. A scriverlo è il sen. Dario Damiani di Forza Italia che commenta così la presentazione del libro dello storico portato anche a Barletta nella giornata di ieri 31 marzo.
"Non entro nel merito delle sue tesi, poiché il lavoro di ricerca della verità merita sempre massimo rispetto, ma ritengo inopportuno che la loro esposizione avvenga in un contesto privo di contraddittorio davanti a un pubblico di adolescenti che, per età e formazione, non possiede ancora gli strumenti culturali idonei per una discussione critica.
La tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata da pochi anni ha trovato spazio, ancora molto limitato, sui libri di storia. Proporre agli studenti tesi se non "negazioniste" quanto meno "giustificazioniste" non aiuta il complesso e delicato lavoro di emersione e riconoscimento del dramma vissuto dopo il secondo conflitto mondiale dagli italiani residenti al confine orientale. Da nipote di esule istriano, conosco in prima persona il dolore di chi ha dovuto abbandonare la propria terra e i propri affetti all'improvviso, senza motivo né colpa, e l'ulteriore sofferenza di vedersi negato anche l'ascolto della propria vicenda umana da una narrazione che per decenni è stata a senso unico.
In tal senso, tuttavia, già da diversi anni i nostri Presidenti della Repubblica da Ciampi a Napolitano e Mattarella si sono spesi in prima persona recandosi sui luoghi della tragedia e condannando il lungo e colpevole oblio di una parte significativa della nostra storia recente. Ritengo sia questa l'unica via in grado di restituire dignità al ricordo di chi ha pagato con la vita gli strascichi ideologici di un conflitto mondiale già di per sé atroce, evitando strumentalizzazioni che, da entrambe le parti, non giovano al percorso di pacificazione auspicato".
Redazione