Nelle ultime settimane un po’ ovunque sono in corso commemorazioni e convegni in occasione delle violenze squadriste che portarono alla famigerata Marcia su Roma del 28 ottobre 1922. Furono azioni terroristiche senza precedenti che fino ad allora l’Italia non aveva mai conosciuto. Fu la violenza il tratto caratteristico di queste azioni che terrorizzarono l’intera popolazione con spesso la complicità delle forze dell’ordine. Molte città del circondario, fin dal 1920, iniziarono ad essere controllate saldamente da amministrazioni socialiste. Dopo un periodo di commissariamento, il 25 novembre 1920 anche Barletta iniziò ad essere guidata dal giovanissimo anarco-socialista Antonio Violante, classe 1894. Da adolescente fu già attivissimo tra studenti e subito dopo tra i circoli operai tanto che dalla Prefettura il su comportamento venne considerato “sprezzante” e “arrogante”. Durante la Grande Guerra si distinse per le sue posizioni antimilitariste e pacifiste venendo denunciato e processato più volte.
La sua intraprendenza lo portarono da subito ad avere una posizione di rilievo politico prima come rappresentante sindacale e poi come sindaco. A livello sindacale, come si evince da diversi rapporti della Polizia, ebbe un ruolo di primo piano nella nascente Federazione Nazionale degli Operai Chimici che saranno poi parte della futura C.G.L. Partecipò al congresso a Milano, come rappresentante della Puglia e ne fu il coordinatore. Fece comizi tra Liguria, Umbria e Lombardia tra il 1918 e Maggio del 1920. Nel Luglio del 1921 si recò in Austria per degli studi di approfondimento sulle questioni economico-sociali.
In vista delle elezioni politiche del 15 maggio 1921, le squadre fasciste mobilitate per l'arrivo in città del deputato Arturo Vella, il 16 aprile si radunarono in stazione e, nonostante il forte contingente di carabinieri, presero a bastonate l'onorevole socialista mentre cercava di farsi largo tra la folla. Dopo aver sottratto il politico "all'ira popolare". Si formò un corteo "al canto di inni patriottici mentre dalle finestre veniva esposto il tricolore”. Subito dopo gli squadristi si scatenarono per le vie cittadine incendiando e saccheggiando la sede della lega contadina, il circolo dei mutilati e invalidi di guerra, la cooperativa Rinascente, il circolo ferroviario e il circolo dei piccoli proprietari il Fascio operaio; in ultimo tentarono la conquista del municipio, ma vennero momentaneamente respinti dalla forza pubblica appena intervenuta. Venne intimato al sindaco Antonio Violante di firmare una dichiarazione di dimissioni. Quest'ultimo stoicamente rispose: "Sparate pure, ma io non firmo!"
Rispetto ad altre azioni squadristê, quella di Barletta fu coordinata dai Fasci dei centri più importanti della provincia, radunatisi per dar manforte ai camerati locali. Per tre giorni le squadre di Canosa, Minervino, Spinazzola ed Andria, spadroneggiarono e terrorizzarono la cittadinanza nella più completa impunità; solo il 18 aprile vennero allontanati dalle autorità di PS. Antonio Violante, assieme alla federazione barese, scrisse un dettagliato rapporto su quanto accaduto. Per il brutale pestaggio, l'onorevole Vella venne trasportato a Bari nell'albergo "Leon d'Oro", dove pochi giorni dopo ricevette la visita indesiderata Giuseppe Caradonna, noto ras cerignolano, di Arnaldo Di Crollalanza, capo del fascismo barese, e dell'avvocato Limongelli del Fascio di Minervino. Costoro invitarono il ferito ad allontanarsi immediatamente da Bari e, a quanto pare, dinanzi al disappunto del parlamentare, il Caradonna replicò “di dispiacersi solo che non gli fosse stata tirata una revolverata, ritenendo questo mezzo l’unico necessario contro i nemici della patria”. L’altro epilogo furono le dimissioni del giovane sindaco, orami portato a miti consigli.
Negli anni successivi, sia per le pressioni subite sia per le difficoltà incontrate nel suo lavoro di farmacista Violante fu costretto a emigrare a Milano, uscendo definitivamente dalla scena politica.
Giovanni Capurso - Storico
Antonello Rustico – Presidente provinciale ANPI - BAT
Fonte: Archivio di Stato – Bari