"A seguito dell’articolo pubblicato il 2 settembre u.s., scritto su segnalazione dei soci di Italia Nostra, in cui si esprimevano forti perplessità sul cospicuo prestito delle 32 opere della Pinacoteca De Nittis alla Philips Collection di Washington, l’assessore Cilli sottolineava che il prestito è marginale rispetto alle 140 opere di De Nittis in possesso della Pinacoteca, aggiungendo che il progetto era stato avviato già nel 2019." A sriverlo è Luisa Filannino, presidente dell'associazione Italia Nostra, sezione Barletta.
"Dopo un attento esame degli atti ufficiali del Comune di Barletta dal 2019 ad oggi, non abbiamo trovato alcun progetto chiaro e organico relativo alle opere prestate del nostro De Nittis, ma solo riferimenti al nuovo allestimento della Pinacoteca De Nittis ad opera del Prof. Miracco ed alla collaborazione con la Philips Collection di Washington, dove saranno esposte le 32 opere in prestito.
Crediamo invece che sarebbe stato più corretto informare preventivamente la cittadinanza sulle reali finalità di questo progetto.
Nella presentazione a Roma della mostra alla Philips Collection di Washington, il Prof. Miracco ha dichiarato che le opere in partenza saranno sostituite, nella Pinacoteca di Palazzo della Marra, da opere in deposito. Egli non spiega però con chiarezza e trasparenza che le opere che partiranno in questi giorni costituiscono il nucleo più cospicuo e prezioso di tutta la Collezione De Nittis: Colazione in Giardino, Figura di Donna, Il salotto della Principessa Matilde, Perla e Conchiglia, Alle corse di Auteuil, Passa il treno, Westminster Bridge, In Fiacre, solo per citarne alcune.
Nel Regolamento della Pinacoteca De Nittis, approvato con Delibera di Giunta comunale n. 166 del 2008, nell’ultimo capoverso dell’art. 12 si dichiara che “Il prestito delle opere è di norma consentito, fatti salvi i motivi di conservazione e di sicurezza, tenendo conto della qualità del contesto ospitante ed è effettuato su autorizzazione del Dirigente”.
Nulla si dice però sulle opere principali ed identitarie della Pinacoteca, né se e come valutare gli effetti dell’assenza temporanea delle opere sull’equilibrio del museo e della rispondenza alla politica di prestito del museo e nulla sulla reciprocità.
Per quanto riguarda il nostro caso, ovvero il prestito temporaneo, il comma 2 dell’art. 66 del Codice dei beni culturali e del paesaggio della legge del 6/7/2002, n. 137 recita: "Non possono comunque uscire dal territorio nazionale i beni che costituiscono il fondo principale di una determinata ed organica sezione di un museo, pinacoteca, galleria, archivio o biblioteca o di una collezione artistica o bibliografica”.
Il Sindaco Cannito, in una recente intervista faceva notare che le opere di De Nittis sono già state prestate e più volte. In effetti molte opere furono prestate nel 2010 al Petit Palais a Parigi per la mostra “La modernitè èlégante” ma in circostanze ben diverse, cioè nel quadro di un accordo di reciprocità fra la nostra Pinacoteca e il Petit Palais. Nel 2008 infatti la nostra Pinacoteca ospitò la mostra “Paris 1900. La collezione del Petit Palais di Parigi” che ebbe un ritorno economico e di pubblico non indifferente (oltre 20.000 presenze). Ugualmente è stato fatto nello “scambio” De Nittis / Boldini (dicembre 2019-2020), mostra che registrò un’alta affluenza di pubblico, fermata poi dalla pandemia.
Ribadiamo che nessuno è contrario in linea di principio al prestito delle opere: però privare la Pinacoteca di tutte le opere principali è contro i principi stabiliti dal Codice dei Beni culturali e non è detto che tale scelta possa garantire effettive ricadute sul nostro territorio. Sarebbe stato giusto, a fronte di un prestito così impegnativo, ricevere dalla Philips Collection di Washington un prestito di eguale portata, come è stato nel caso citato di Parigi nel 2008 o più di recente con Ferrara con lo scambio Boldini/De Nittis.
Crediamo fermamente che un prestito così ampio e consistente sia eccessivo e controproducente per la politica che un Museo deve avere nei confronti del proprio patrimonio e del proprio assetto espositivo, considerando che un riallestimento con le opere in deposito, non potrà mai sopperire all’impoverimento che per almeno cinque mesi la nostra Pinacoteca subirà.
Per evitare che si continui con questo modus operandi, Italia Nostra facendosi portavoce dei barlettani di buon senso auspica che si aggiorni il Regolamento della Pinacoteca rifacendosi in maniera più stringente alle norme stabilite dalla Legge e che si attuino tutte le procedure affinché si possa nominare finalmente la figura del Direttore del Museo che tuteli e promuova adeguatamente e nel rispetto delle norme, la collezione De Nittis."