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lunedė, 13  febbraio 2023



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La Disfida di Barletta tra Passato e Futuro
Una nota di Michele Grimaldi, direttore Archivio di Stato sezione Barletta



L’approccio alla storia riferita alla propria Città, dopo e solo dopo l’effetto emotivo di conoscere chi erano e che cosa hanno fatto i propri eroi, dovrebbe produrre una voglia di conoscenza meno superficiale che passa necessariamente attraverso l’avvicinarsi in maniera sempre più “sfacciata” ai libri di storia locale i quali, per fortuna, nella nostra Città non mancano ma che purtroppo non sono corredo irrinunciabile delle biblioteche presenti in ogni ordine e grado di Istituti scolastici.

    Il “focus” generatosi spontaneamente per le manifestazioni messe in scena per la rievocazione della Disfida, mi dà l’occasione, e ringrazio per questo, di puntualizzare su un argomento che mi sta a cuore particolarmente in quanto riguarda mio padre Vittorio Grimaldi.

Chi pazientemente ha il piacere di leggere questo articolo, non deve pensare di trovarsi di fronte al classico esempio di “Cicero pro domo sua” bensì, come penso di aver dimostrato in tante occasioni, quello che mi spinge è l’amore per la verità riferita alla Storia, grande o piccola che sia.

Nei vari passaggi riguardanti, tra gli altri, il Cav. Damiano Daddato, per tanti anni gestore del famosissimo “Bar Madonnella” e promotore di iniziative riguardanti la Storia della nostra Città, lo si indica come colui che si adoperò per far rievocare per la prima volta il celeberrimo Certame tra gli italiani e i francesi nel 1503. Giustissimo però, oltre a citare marginalmente il famosissimo Don Peppuccio Damato, storico tra l’altro di cose militari relative a Barletta e che in genere viene citato sempre in coppia con Daddato relativamente al certame, ci si scorda ( pecca di quasi tutti gli “storici” della prima e seconda ora) di citare, fra i fautori e poi autori, Vittorio Grimaldi.

    Sono trascorsi 55 anni (12/15 febbraio 1965) dalla prima rievocazione dell’ormai celeberrimo fatto d’armi che vide protagonisti Ettore Fieramosca con i suoi compagni d’arme e il  “nemico” d’oltralpe Guy de la Motte, voluto dal trio, amante della storia e di quella di Barletta in particolare, Don Peppuccio Damato, Cosimo Damiano “Skavott” Daddato e l’assessore al Turismo dell’epoca Vittorio Grimaldi.

    E si signori, perché nel febbraio del 1965, allorquando mons. Damato e il Daddato dettero vita al “Comitato religioso Madonna della Disfida” che si occupò di “inventarsi” la riproposizione del certame cavalleresco svoltosi 450 anni prima, l’assessore comunale allo sport, spettacolo e turismo era proprio il rag. Vittorio Grimaldi il quale, sostenitore accanito della importanza storica rivestita dalla Città di Barletta nei secoli ed oltretutto Presidente della Pro Loco, propose alla giunta, targata Carlo Ettore Borgia Sindaco, di finanziare in maniera decisiva l’iniziativa proposta dal duo

    In molti, ove fossero interpellati, potrebbero rispondere che l’avvenimento sembra sia accaduto in tempi remoti, visto le brume dell’oblio che hanno coperto quelle importanti celebrazioni, invece è successo tutto solo cinquanta anni fa.    

Naturalmente, questo ripasso storico, non vuole essere un assegnare meriti o medaglie a qualcuno, bensì far comprendere come in tante occasioni gli amministratori comunali, così spesso denigrati se non peggio, assumono decisioni e appoggiano iniziative che, nel tempo, diventano dei veri e propri capisaldi per la storia di una Città.

Ovviamente quanto specificato è utile a comprendere come i tasselli di un mosaico siano tutti indispensabili per rendere importante l’intera opera.

E a “rinforzo” di tale tesi, non bisogna anzi, si deve ricordare chi, in ordine di tempo ed in assoluto il primo amministratore, ha avuto la felicissima idea di ricordare in grande stile lo scontro tra i tredici italiani e i pari numero francesi.  Mi riferisco al 400° anniversario del fatto d’arme  e alle iniziative intraprese (ben cinque anni prima!) dai sindaci di Barletta Mario Scelza nel 1898 e l’ingegner Milano nel 1903, con l’ausilio del più importante conoscitore di Storia barlettana, Savino Loffredo.

    Per chi ogni giorno è a contatto con il passato attraverso gli impolverati ma sempre vivi documenti di tantissimi anni fa, viene spontaneo andare a fare una istruttiva e divertente “passeggiata” tra le carte di 117 anni fa che testimoniano chi e come ha partecipato, attivamente, per ricordare quell’avvenimento che tanto lustro e risonanza ha dato alla Città di Barletta in Italia e soprattutto nel mondo ma, se volete, anche per metter su un paragone (per alcuni improponibile) tra le azioni di ieri e di oggi

    Tra i documenti citati si può “trovare” di tutto e di più: dalle prime bozze, scritte rigorosamente a mano, della composizione del Comitato d’onore per i festeggiamenti, al menù del pranzo ufficiale tenuto nella giornata centrale dei festeggiamenti.

    Come si può ben capire, il racconto delle iniziative più interessanti ed anche non canoniche o se vogliamo esagerare, stravaganti (leggi composizione di una fantasia musicale intitolata, guarda un po’ “La Disfida di Barletta” ad opera del Maestro Nunzio LiCansi) organizzate per i festeggiamenti sono tali e tante che raccontarle tutte non basterebbero cento articoli su questo giornale ed è per questo motivo che mi limiterò a farvi conoscere quelle che sono delle vere e proprie “chicche” inedite, rispetto a quelle ultraconosciute ed abusate come il numero unico di un giornale edito appositamente per il 400° anniversario, il cui originale si trova proprio tra i documenti conservati dalla Sezione di Archivio di Barletta.

    Tra questi inediti una significativa corrispondenza intercorsa tra i sindaci di Barletta Mario Scelza nel 1898, ingegner Milano nel 1903 e lo studioso, sicuramente tra i più importanti, di Storia barlettana Sav(b)ino Loffredo.

    Nel 1898 (ben cinque anni prima la data del 400° anniversario!) il Sindaco Scelza inviava ai “Figli più illustri di Barletta” l’invito a far parte del comitato per commemorare il IV Centenario della Disfida di Barletta “…contribuendo così, con la saggezza dei suoi consigli e con il prestigio e l’autorità del suo nome, a rendere più solenne la patriottica cerimonia”.

    Tra questi, ovviamente, Sav(b)ino Loffredo che, con una lettera scritta di proprio pugno su carta intestata della Corte di Cassazione di Napoli della quale era illuminato componente, rispondeva che “… Non potendo non plaudire al concetto felicissimo di preparare sin d’ora la commemorazione suddetta, non esito ad accettare di far parte del costituito Comitato, reputandomi onorato del benevolo ricordo che serbano di me codesti miei concittadini ”. Purtroppo cinque anni dopo, nel 1903, il Loffredo comunicava al Sindaco, ing. Milano, che “ … devo pregarLa di scusarmi se non mi vedrà venire a partecipare di persona alla patriottica commemorazione. Sarò con le Sig.rie loro e con tutto l’animo mio, attese le condizioni non liete della mia salute (infatti morirà a Napoli poco più di due anni dopo il 24 aprile 1905) e la rigidità della stagione, non posso affrontare il viaggio. Non dimentichi però ch’io mi unisco a Lei ed a quanti amano l’Italia in augurare che gl’Italiani, quali che siano le loro opinioni, non cessino di amarla”. Altri tempi o altre Persone ? Ai posteri …

    Tra le ulteriori curiosità riporto l’elenco dei componenti l’Associazione della Stampa di Barletta accreditati ai festeggiamenti: Presidente il dottor Gioacchino Casardi della Tribuna; vice Presidente il dottor Angelo Ciccarelli della Follia; Segretario il prof. Raffaele Ippolito del Fanfulla da Lodi; componenti l’avv. e Parlamentare Francesco Casardi del Pungolo, il prof. Antonio Catapano del Corriere di Napoli, il prof. Giovanni del Noce del Gazzettino Agrario, il prof. Giuseppe Rizzi del Corriere delle Puglie e del Risorgimento, il prof. Ernesto Zicolella de Il Sole; il sig. Pasquale Cardone del Il Secolo, il sig. Pietro Accardi del Corriere Meridionale, il sig. Gaetano Laurora del Roma e il sig. Ettore Casardi del Patria. Questo che può sembrare un mero elenco di nomi, ai più sconosciuti, fa intendere, invece, quale importanza in campo nazionale ed europeo, avesse Barletta e le iniziative che da questa Città erano organizzate all’inizio del secolo scorso.

    E per concludere ho pensato ad un po’ di frivolezza che però non impedirà di farvi entrare nel clima che si viveva nei primi anni del ’900.

   Parlo cioè del menù scritto rigorosamente in francese, preparato per il pranzo ufficiale, ad invito, tenutosi il 13 febbraio 1903 nella sala superiore del Teatro Curci (dove oggi si svolgono i Consigli Comunali) alle ore 18,30.

    A proposito, le cene conviviali offerte dall’amministrazione comunale non sono state inventate oggi, l’unica differenza sta nel fatto che un secolo fa,  per partecipare a quel “banchetto”, era necessario versare una quota che sarebbe poi confluita in un fondo per creare 20 “doti” a ragazze ricoverate nel locale orfanotrofio. Uguale situazione ma finalità diversa.   

    Nota nella nota: per partecipare al pranzo bisognava presentarsi rigorosamente in “ … Grande Uniforme con decorazioni. Marsina e cravatta bianca con decorazioni ”. Quando si dice l’etichetta !

    Per non tediarvi ( o no?) più di tanto non riporterò per intero il menù ma mi piace segnalare il Consommè alla Brunoise, la Poisson a l’Italienne, la Bombe à la portughaise (sapete cos’è? La famosa bomba gelato di una nota pasticceria barlettana) e per concludere Gateau Victoire. Inevitabilmente il tutto innaffiato da Capri bianco, Médoc e Moet Chandon.

    Spero solo ora che, chi si occupa di “cose” barlettane, abbia coscienza dell’importanza di tutte le figure che hanno composto la Storia della nostra Città e poi, come al solito … ai posteri l’ardua sentenza su chi ha operato in maniera utile per la propria comunità o ha solo fatto un po’ di  ammüìna.



Redazione



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