Attualita
venerdė, 14 settembre 2018
13:00:00
Domenica incontro con l'autore Antonio Bacciocchi
Presenterà 'GIL SCOTT-HERON - Il Bob Dylan nero'
Domenica 16 settembre il gastrobar La Pecora Nera, in collaborazione con il Presidio del Libro di Barletta, ospita Antonio Bacciocchi, scrittore, musicista (anche noto come Tony Face), blogger, per presentare «Gil Scott-Heron, il Bob Dylan nero». Gil Scott-Heron, artista, musicista, cantante, poeta, intellettuale, intrattenitore, compositore di smisurato talento, è uno dei personaggi più significativi della black music ma non solo, uno dei pochi a riuscire ad avvicinarsi al concetto di «musica totale», quella in cui è riuscito a fare confluire blues, gospel, soul, funk, jazz, rock, pop, latino, reggae, creando un mix incredibilmente creativo, su cui poi declamava fiumi di parole o stupende melodie. Con testi che hanno precorso tematiche diventate comuni nella musica solo parecchi anni dopo. Ad intervistare Baciocchi sarà Pino Pepsee, artista barlettano da sempre impegnato in sperimentazioni sonore che spaziano dal punk-rock degli esordi sino al pop, arricchendosi dei ritmi soul e funk della black music e vibrando sempre nel nome del reggae.
Gil Scott Heron nasce nel 1949 a Chicago, da padre giamaicano, giocatore professionista di calcio per la squadra scozzese del Glasgow soprannominato “La Freccia Nera” e da madre americana, libraia di professione. I suoi genitori divorziano presto però e Gil vivrà da sua nonna in Tennessee, dove conoscerà e sperimenterà sulla sua pelle l’odio ed il pregiudizio razziale, perché l’unico bimbo nero in una scuola integrata. Lyly, la nonna materna, gli compra un pianoforte indirizzandolo alla musica, gli fa conoscere gli scritti di poeti e attivisti per i diritti dei neri come Langston Hughes.
La passione per la scrittura porta Gil Scott-Heron a scrivere due romanzi, The Vulture e La fabbrica dei negri, ironici ma pungenti, scorrevoli, cattivi e incisivi. Ma il richiamo per la musica è altrettanto forte e, affiancato dal pianista Brian Jackson, si dedica anche alla composizione di brani. “The Revolution Will not Be Televised” può essere considerato un inno indimenticato del nascente genere rap. Parlare di Gil Scott-Heron, ascoltare i suoi brani, leggere i suoi scritti significa entrare nei ghetti neri, guardare in faccia l’emarginazione, l’alcolismo e la droga. Ma Gil è precursore anche di altre importanti tematiche sociali: nucleare (anni e anni prima che il problema venisse affrontato in ambito musicale), immigrazione (quella degli ispanici che morivano cercando di entrare clandestinamente negli Stati Uniti), ambientalismo, oltre che razzismo.
Problemi che continuano a martoriare tutt’oggi l’umanità, brutture che non possiamo dimenticare. Ricordare Gil fa parte di un percorso, di una scelta. Quella di testimoniare con ogni mezzo il nostro amore ed il nostro rispetto per tutti gli esseri umani e per la madre terra che ci ospita. Perché come cantava Gil in The Revolution Will not Be Televised “la rivoluzione non sarà trasmessa in tv” ovverosia nessuno verrà a dirvi che è iniziata e che se volete potete partecipare. La rivoluzione parte dai noi stessi.
Francesco Zagaria