Attualita
mercoledì, 20 novembre 2024
11:08:00
Giornata Pro Orantibus, la lettera dei Monasteri San Ruggero e San Luigi
Il momento all'interno del Monastero di Barletta in via Cialdini
Giovedì 21 novembre 2024, a Barletta, nel Monastero di San Ruggero, si vivrà il momento diocesano della Giornata Pro Orantibus. Alle 17.30 saranno celebrati i Vespri presieduti dall’Arcivescovo mons. Leonardo D’Ascenzo, cui seguirà un momento di condivisione e fraternità.
Di seguito il testo della lettera comune che i monasteri di San Ruggero in Barletta e San Luigi in Bisceglie hanno inviato alla comunità diocesana in occasione della Giornata:
La giornata mondiale delle contemplative claustrali, posta al 21 novembre, orienta il nostro sguardo al tempo Santo dell’Avvento ormai vicino, che a sua volta ci introdurrà nell’anno giubilare. Avvento di giubilo e di speranza quindi, cammino incontro al Salvatore promesso, il Figlio di Dio che viene per salvare l’uomo, tutto l’uomo e tutti gli uomini.
Maria di Nazareth, nostra Madre e modello di vita, resa Dimora dell’Altissimo, ci insegni a sperare oltre il possibile e ad attendere l’inedito.
Desideriamo condividervi un aspetto che permea lo spirito dell’Avvento, che richiama il senso del Giubileo e che sempre rimanda alla nostra dimensione contemplativa claustrale nella Chiesa e nella storia: l’essere SENTINELLA. Dice di una presenza di speranza, di un esserci vigile e operoso in attesa del nuovo giorno che affonda le sue radici nella notte.
Il nuovo giorno infatti inizia quando ancora non c’è luce, così come i canti salmodici dei cori monastici nel cuore della notte o come i primi vespri del sabato che annunciano ogni ottavo giorno di resurrezione. La speranza che la sentinella infonde vegliando nella notte per cogliere i primi bagliori dell’alba, nasce dalla sua fiducia nell’adempimento delle promesse del Cielo, mentre è chiamata ad attendere e custodire con generosità tutti coloro che sono affidati alla sua premura e preghiera.
“Che ne sarebbe della Chiesa e del mondo senza i fari che segnalano il porto a chi è sperduto in alto mare, senza le fiaccole che illuminano la notte oscura che stiamo attraversando, senza le sentinelle che annunciano il nuovo giorno quando è ancora notte? Grazie, sorelle e fratelli contemplativi perché siete tutto questo per il mondo: sostegno per i deboli, fari, fiaccole e sentinelle” (cfr. Costituzione apostolica “Vultum Dei quaerere” I, 6).
“Il mondo è in fiamme”, ebbe a gemere santa Teresa Benedetta della Croce nel 1939. È ancora in fiamme! E noi siamo ancora e sempre chiamate a testimoniare con la nostra vita di preghiera e lavoro, silenzio e fraternità, annuncio e accoglienza, come sentinelle nel chiostro di questo mondo sempre più confuso e smarrito, che in ogni notte c’è già il germe del mattino; che nella luce pasquale non c’è notte che non possa generare una nuova luce; che la speranza è la madre che partorisce vita nel travaglio, e che non c’è nulla di più prodigioso del suo vagito da custodire.
La grazia di un Giubileo porta in sé semi di vita nuova, che possono germogliare, se accogliamo con generosità l’invito della Chiesa:
- a saper pazientemente armonizzare il passo del nostro cammino con quello dei nostri fratelli,
- a permettere alla nostra terra di riposare un po', perché l’efficienza produttiva non vada a scapito della sua salute e perché tutti abbiano da mangiare dei suoi frutti,
- a richiamare l’impegno di ciascuno a condonare i debiti,
- a slegare quei nodi di non perdono che induriscono il cuore,
- a sciogliere le catene che schiavizzano le nostre realtà e relazioni umane per renderle libere da tutto ciò che impedisce il cammino e lo disorienta:
tutto questo e molto di più rallegri la terra della gioia del Cielo che non smette di sperare il bene per noi tutti!
Notte e giorno, buio e luce, tristezza e speranza e tutte le polarità che ci abitano o succedono, sono la vita da imparare ad accogliere nella sua interezza e a tenere insieme, così come il cielo e la terra sono legati dal filo rosso della speranza di bene con cui il Padre veglia su di noi e ci elargisce come benedizione nel dono della Sua Parola che si fa Carne.
Speranza di bene è il nostro impegno per la Chiesa diocesana che ci accoglie come madre, speranza di bene è la nostra preghiera per tutti coloro che la cercano e la invocano, speranza di bene è il nostro augurio carico di gratitudine e affetto fraterno per voi tutti.
Redazione