Attualita
mercoledė, 3 aprile 2019
14:11:00
Domenica 7 aprile Solennità della Sacra Spina
Barletta il clima austero e solenne della Settimana Santa
Barletta da tempo immemorabile venera alcune sacre Spine della Corona, testimoni silenziose della Passione del Signore Gesù Cristo. Le vicende storiche di queste reliquie sono molto travagliate. Da secoli centro propulsore di tale venerazione è la chiesa di S. Gaetano, sita nella centrale piazza Plebiscito, anticamente detta “Paniere del sabato”. Precedentemente a quella data tre sacre Spine erano custodite presso la chiesa della SS. Trinità (ubicata in via Manfredi), appartenente all’ordine dei Benedettini Celestini, e l’incarico di zelarne il culto era prerogativa dell’Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, ivi residente.
I primi documenti a noi noti, che attestano la presenza di tali Reliquie, risalgono al 1742. Lo ricaviamo da un fascicolo dell’“Introito ed esito” dell’Arciconfraternita, che va dal 1° maggio 1742 al 30 aprile 1743, a firma del Priore Nicola Farano: “Pagato alli Preti per le funzioni delle quattro Domeniche di Quaresima, per MesseCantate nel giorno della Spina, nel giorno della SS. Trinità e nell’ottavario delli Morti, come anche ai chierici serviti per dette sollennità (sic), come da ricevute di detti Preti, ducati 2,50…”. Ciò, però, non toglie che la loro presenza in loco fosse più antica.
Nel 1809, espulsi i Celestini per l’applicazione delle leggi murattiane che stabilivano la totale soppressione degli ordini religiosi, anche i confratelli della SS. Trinità non ebbero più sede propria e quella chiesa fu ridotta in stato di abbandono e trasformata in deposito di paglia. Stando a uno studio di Oronzo Pedico, li troviamo ad officiare nella chiesa di S. Gaetano fin dall’anno 1810, “se sotto la data del 25 marzo Camillo Elefante annotava nel suo giornale essersi fatta l’esposizione della santa Spina a cura sua [di detta Confraternita] 1 ”. San Gaetano fu loro data in consegna dai canonici di S. Giacomo, a loro volta subentrati nella gestione ai Chierici Regolari (Teatini) in seguito alla già menzionata confisca dei beni degli ordini religiosi.
La sacra Spina è celebrata dai Barlettani nella V domenica di Quaresima (già 1ª di Passione); si può affermare che tale ricorrenza già anticipa l’austero e solenne clima della Settimana Santa. Ancora oggi in Città, specie nel ceto contadino, in quel giorno, in segno di penitenza, si bandisce dalle tavole la carne con l’immancabile ragù, tipico dei giorni di festa, per essere sostituito dal sugo di seppia. Nella tradizione popolare questa festività preannuncia anche le condizioni atmosferiche degli inizi della Settimana Santa. È noto l’antico detto: “Speina lacrmos, Pelma vntlos”; cioè: se nella domenica della Spina piove, alle Palme soffierà il vento. La Commemorazione è preceduta da un Triduo solenne di preghiera e di catechesi. Più volte tale preparazione è stata animata dal Venerabile don Raffaele Dimiccoli e dal servo di Dio don Ruggero Caputo. Da oltre vent’anni la processione di questa insigne Reliquia della Passione, che si snoda per le principali vie di Barletta 2 , è stata convertita in Via Crucis. Al termine del percorso penitenziale sul sagrato della chiesa monumentale viene eseguito il canto del “Christus minore”, composto per tale circostanza dal noto musicista barlettano Giuseppe Curci (sec. XIX). Durante il canto tutti i fedeli che gremiscono la piazza conservano un orante e commosso silenzio. Il tutto si conclude con il canto tradizionale delle Litanie della Passione, con melodia locale; quindi con la Reliquia viene impartita la benedizione.
Andando oltre la questione circa l’autenticità o meno di tali Reliquie, oggi la Sacra Spina continua a parlare a noi della Passione e del “caro prezzo” che Gesù ha sborsato per salvarci. Ed è con questo spirito di fede che ci avviciniamo ad Essa e, per Suo tramite, con cuore pieno di gratitudine e con maggiore slancio ci mettiamo alla sequela del nostro Salvatore “che ci ha amato a tal punto da dare tutto se stesso per noi ” (cfr.
Gal 2,20).
Mons. Sabino Lattanzio
Redazione