«Ascoltare la voce disperata di una volontaria che ti chiama per segnalarti l’ennesimo ritrovamento sospetto di cuccioli è un inizio di giornata che non auguro a nessuno; soprattutto se la segnalazione è accompagnata da un video che ti fa immaginare quello che sarebbe potuto succedere a quei cuccioli se non fossero stati strappati via da un sacco della spazzatura e salvati da morte certa - si legge questo sul post di Massimiliano Vaccariello, referente ENPA Barletta».
È vero, anche questa, non è che un’altra delle tante giornate che i volontari di ENPA Barletta (e non solo) si ritrovano a dover affrontare, ma è impossibile farci l’abitudine. Oggi è capitato che a dover essere salvati siano stati tre cuccioli di gatto che per chissà quale assurdo fato, o semplicemente per quale crudele mano, erano finiti in un sacco della spazzatura. Per fortuna, questa volta, i cuccioli sono stati rinvenuti prima che il sacco dell’indifferenziata finisse in discarica.
Mai termine fu più calzante all’accaduto quanto quello “indifferenziata”; si perché il timore è che anche questa vicenda sia frutto non solo dell’indifferenza nei confronti della vita, ma anche dell’indifferenza nei confronti di chi dedica buona parte del proprio tempo alla propria città e al proprio territorio, i volontari.
Quanto ai fatti di oggi, 27.05.2020, è accaduto che:
- Alle ore 11,00 circa, la Vice Presidente e volontaria della Sezione di Barletta dell’ENPA, Annarita Distaso, riceve (come accade frequentemente) l’ennesima telefonata dal Comando di Polizia Locale che chiede il suo intervento per dei cuccioli di gatto apparentemente abbandonati nei pressi del Castello Svevo di Barletta.
- Alla richiesta di intervento segue l’invio di un numero di telefono che le viene indicato come quello del segnalante.
- Dopo pochi minuti, Annarita si reca, assieme ad altri volontari (Ciccio e Marisa), presso il Castello e riesce a mettersi in contatto con alcuni operatori ecologici che poi le riferiscono che il ritrovamento dei predetti cuccioli era avvenuto il giorno prima, nel corso delle operazioni di svuotamento dei cestini dell’immondizia ubicati all’interno del Castello Svevo, e che dopo il ritrovamento i cuccioli erano stati posizionati in una cuccia per randagi ivi presente.
- Quindi i volontari chiedevano di accedere al Castello Svevo di Barletta per poter verificare l’eventuale presenza della mamma gatta e chiedere ad un responsabile se l’area fosse videosorvegliata; tuttavia, agli stessi volontari veniva negato ogni tipo di collaborazione e persino l'accesso per il recupero dei cuccioli che veniva prelevati e consegnati agli stessi volontari “bloccati” all'entrata del castello.
- Infine, gli stessi volontari, non volendo lasciare i cuccioli privi di alcuna assistenza sul posto, li prendevano in custodia per sincerarsi delle loro condizioni di salute.
Dalla vicenda, ma più in generale anche da quanto accade ormai da tempo in questa città, non possono che emergere alcuni dubbi/quesiti. Sono i volontari a dover intervenire, sostituendosi alle istituzioni locali, quando un cittadino segnala cucciolate in pericolo o abbandonate!?! Non è controproducente fare ostruzionismo a quei volontari che, gratuitamente e nell’esercizio delle attività statutarie dell’associazione di appartenenza, nonché “togliendo le castagne dal fuoco” alle amministrazioni locali, erogano un servizio che, oltre ad essere meritorio perché consente di salvaguardare il benessere di esseri viventi, è anche un servizio di utilità pubblica!?!
Tornando ai fatti di quest’oggi, ritengo che sia importante rendere pubblico ciò con cui i volontari, molto spesso, hanno a che fare; non solo affinché i cittadini ne siano a conoscenza, ma anche nella speranza che chi di competenza (e di dovere) si faccia promotore di approfondimenti su quanto accaduto (anche verificando i fatti tramite il personale dipendente che lavora nel Castello Svevo ed eventuali sistemi di sorveglianza). Infatti, sarebbe opportuno, oltre che doveroso, capire come sono finiti quei cuccioli in fondo ad un sacco della spazzatura ubicato all’interno di un bene culturale del nostro comune.
«Per il momento sia io - conclude Vaccariello - che i volontari di ENPA Barletta abbiamo solo domande, ma speriamo che arrivino anche le risposte e che siano esaustive!!! Naturalmente, anche eventuali cittadini che avessero notato qualcosa che possa essere utile ad aver più chiaro quanto accaduto sono invitati a farsi avanti. Grazie ENPA Barletta e grazie a chi vorrà darci delle risposte».