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lunedė, 13  luglio 2020



16:13:00
Accadde oggi: 66 anni fa ci lasciava Frida Kahlo
«Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere»



Eccentrica, passionale e indipendente. È grazie alla sua personalità così turbolenta e piena di vita che la pittrice messicana ha raggiunto la fama internazionale divenendo un’icona di stile nel mondo dell’arte.
 
Nonostante fosse nata il 6 luglio del 1907 a Coyoacán, Città del Messico, Frida ha sempre dichiarato di appartenere al 1910, data di inizio della rivoluzione messicana, che segna un momento di libertà e presa di coscienza per il suo popolo. «Sono nata con una rivoluzione, diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Il giorno era cocente e mi ha infiammato per il resto della mia vita».
 
All’età di 18 anni Frida Kahlo subisce un grave incidente che cambierà per sempre la sua esistenza, sia fisicamente che spiritualmente. Il 17 settembre del 1925 viaggiava su un autobus che finì contro un muro a causa di un deragliamento di un tram, per colpa del quale si ruppe spina dorsale, costole e femore, che la costrinsero a sottoporsi a 32 interventi chirurgici. Questo tragico episodio la costringerà a restare a letto per mesi e a sopportare per il resto della sua vita dolori atroci, indelebili nel suo corpo.
 
Obbligata al riposo, Frida abbandonò gli studi di medicina per dedicarsi alla pittura: unico spiraglio di luce che l’accompagnerà per il resto della sua esistenza su questa Terra. Non potendo alzarsi dal letto e muoversi liberamente, i genitori le fissarono uno specchio sulla parte superiore del suo letto a baldacchino, in modo che potesse dipingersi con più facilità e perfezione. «Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio».
 
Spesso associata al surrealismo, Frida negherà la convenzione di attribuire un determinato stile artistico alla sua persona, libera e ribelle, dichiarando di dipingere ciò che concerne la sua vita, la sua realtà. Sarà grazie a questa sua stessa passione e alla sua voglia di fare carriera che incontrerà uno dei pittori messicani più influenti e celebri di sempre: Diego Rivera.
Amore a prima vista tra i due artisti, sfociato nell’unione coniugale nel 1929. Un amore anarchico e sregolato, impuro e imperituro. Un rapporto a due fuori rotta, inondato dai numerosi tradimenti di Diego e in risposta da quelli di Frida che si abbandonava alle tentazioni di donne e uomini. «Al fondo tu e io ci amiamo profondamente e per questo siamo in grado di sopportare innumerevoli avventure, imprecazioni, reclami internazionali – eppure ci ameremo sempre… tutte le arrabbiature sono servite soltanto a farmi finalmente capire che ti amo più della mia stessa pelle».
 
Chiamati “l’elefante e la colomba” per via del loro aspetto così diametralmente opposto, oltre che per la loro ben nota differenza di età: Frida esile, minuta e indebolita dalle numerose patologie di cui soffriva, mentre Diego un uomo alto e robusto, dai tratti marcati e poco gentili. Appassionati comunisti, fortemente dichiarati, durante il loro matrimonio hanno anche ospitato un rivoluzionario russo in fuga da Stalin.
 
Per quanto malato potesse risultare il loro rapporto, tanto da allontanarli per un anno e farli risposare poco dopo, Frida e Diego non si sono mai separati veramente e si sono amati a modo loro fino alla morte di lei. «È lecito inventare verbi nuovi? Voglio regalartene uno: io ti cielo, così che le mie ali possano distendersi smisuratamente, per amarti senza confini» - recitò Frida.
 
Considerata una delle più grandi pittrici e icone femministe del XX secolo, rappresentava nei suoi quadri tutto il suo dolore fisico, l’impossibilità di avere figli a causa di quell’incidente, il suo attaccamento alla vita e la sua voglia di emergere nonostante i danni fisici subiti.
 
Dopo l’amputazione della gamba destra nel 1953, morì per delle complicanze polmonari solo un anno dopo. Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua “Casa Azul”, oggi sede del Museo Frida Kahlo. Le ultime parole che scrisse nel suo diario furono: «Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più».
 
Libera e autentica Frida.
 


Redazione



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