"Non si può non essere accanto al Pd, a Maurizio Martina, ai singoli militanti del partito che fanno da sempre il loro dovere dentro una comunità pensante che mai nella sua storia è stata malmenata nella sua regola più importante, quella della collegialità delle decisioni.
Ognuno di noi, al proprio livello di governo, costruisce collegialmente (nella mia regione addirittura con la partecipazione di tutti i cittadini oltre che dei membri del Pd) il programma di governo, lo presenta alle elezioni e, in caso di vittoria, lo realizza attraverso il governo.
Nell'impropria intervista televisiva di ieri abbiamo avuto la rivendicazione cocciuta ed infantile di un programma di governo e di una coalizione verdiniana, sconfitti ripetutamente dal referendum del 4 dicembre e dalle elezioni del 4 di marzo".
Queste, le parole di Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia e leader di Fronte Democratico (Pd), a proposito dell'intervista rilasciata, ieri sera, a Fabio Fazio, da Matteo Renzi.
"Per ben due volte a distanza di pochi mesi - continua Emiliano - il segretario-premier del Pd si è dovuto dimettere da tutto.
Ciononostante insiste nel voler riproporre il suo ruolo di leader formale o di fatto senza prendere atto del giudizio degli elettori.
Che hanno sconfitto certamente queste prospettive programmatiche e certamente colui che le aveva indicate al partito, oltre che tutti noi, senza però trasformare l’intero partito in un oppositore preconcetto di ogni altra ipotesi politica del Paese.
Il Pd dopo le dimissioni del suo ex-segretario vuole ricominciare a vivere, a costruire la sua presenza nella società e nelle istituzioni in coerenza con la nuova legge elettorale proporzionale che non consente a nessuno di chiamarsi all’opposizione e obbliga tutti, innanzitutto le forze politiche che hanno promosso la legge, di dare un governo all’Italia.
Bunkerizzare quel che rimane del Pd è triste ed anche inutile, perché non serve neppure difendere ciò che di buono il Pd ed il suo leader sono comunque riusciti a fare nella scorsa legislatura.
Aprire una discussione franca col M5S per salvaguardare i nostri punti di vista politici e le nostre conquiste, sia pure negoziandoli col partito di maggioranza relativa partendo dai programmi di quest’ultimo, serve al Pd ed è utile all’Italia.
La Direzione del 3 maggio sarà dunque decisiva e per questo nessuno deve mancare, anche solo per difendere la memoria di un leader che, comunque sia andata a finire, abbiamo tutti rispettato nelle sue prerogative, anche quando non eravamo per nulla d’accordo con le sue azioni politiche.
Chiediamo rispetto delle regole e di tutti gli iscritti. E senso del limite nel ritenere che un io un tempo carismatico possa essere in permanenza l’equivalente di una comunità democratica che decide secondo il proprio statuto".