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domenica, 4  dicembre 2022



11:04:00
"No all'autonomia che discrimina": una nota di Ruggiero Crudele
"Uno scenario francamente drammatico, anche al di là delle appartenenze politiche"



"Il divario, economico e sociale, tra Nord e Sud del Paese è evidente nella percezione di tutti e suffragato dai numeri,  ultimi la recente classificazione dell’indice di qualità della vita delle province italiane. Una questione, quella Meridionale, che lo Stato unitario si trascina da sempre e che potrebbe ora finalmente trovare una storica soluzione con gli interventi e i finanziamenti del PNRR, e invece …" A scriverlo Ruggiero Crudele, coordinatore provinciale ItaliaViva BAT.

"Succede invece che il nuovo Governo appena insediatosi riscopre e rilancia un bolso tema del leghismo d’antan, l’autonomia regionale oggi connotata come “differenziata”, ma che altro non sarebbe che la rottura del quadro unitario risorgimentale e costituzionale e la presa d’atto di quel divario che si vorrebbe quasi istituzionalizzare, cristallizzando uno statu-quo, per i suoi promotori, ineluttabile:  un Nord che cammina spedito e che perciò merita e avrà sempre più risorse a disposizione e un Sud a rilento che si condanna a essere sempre più abbandonato a sé stesso. E valga per tutti il dato che già oggi vede lo Stato spendere 17.600 euro annui per ogni cittadino del CentroNord e 13.600euro per quello del Sud! 

Uno scenario francamente drammatico, anche al di là delle appartenenze politiche, per chi tenga a cuore le sorti della Nazione e di uno Stato che abbia il dovere di garantire livelli di opportunità uguali per tutti a prescindere dal luogo di nascita e di residenza, cominciando proprio da istruzione, sanità, occupazione che si vorrebbero “differenziati”. 

Le risorse andrebbero di contro indirizzate perché il Mezzogiorno non si senta più abbandonato all’assistenzialismo, e possa invece emanciparsi, dotarsi di un sistema industriale e di un sistema di  istruzione e di sanità secondo gli standard europei; e se gli enti regionali non ne fossero all’altezza, è compito  dello Stato intervenire nella gestione per farsene garante, non certo per certificare e perpetuare le inefficienze.
Legalità, istruzione, detassazione degli investimenti a favorire l’occupazione, nel Sud Italia, queste dovrebbero essere le direttrici di intervento del Governo per sanare la frattura territoriale e portare l’Italia intera al benessere socio-economico di tutti i cittadini. Altre ricette, pasticciate come la bozza Calderoli, farebbero solo male al Sistema Paese, e l’invito e l’auspicio non può che essere l’unità di intenti di tutti gli attori sociali e istituzionali contro una proposta antistorica che di “differenziata” avrebbe solo la matrice egoistica e divisiva da regione e a regione. 

 


Redazione










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