Politica
sabato, 8 febbraio 2025
20:38:00
Patrizia Mele: "Deposimetri: 60.000 euro per un piano inadeguato"
La nota della presidente della VII Commissione Ambiente
"In qualità di consigliere comunale e presidente della VII Commissione Consiliare Ambiente, ma soprattutto come cittadina, ribadisco le mie perplessità sulla gestione del monitoraggio della qualità dell’aria e delle deposizioni di polveri.
È bene ricordare che, da circa due anni, la Commissione Ambiente ha sostenuto un percorso di definizione di un progetto per il monitoraggio delle deposizioni di polveri, in sinergia con l'ex assessore all'Ambiente fino alle sue dimissioni. L'iniziativa mirava a individuare soluzioni strutturate ed economicamente sostenibili per le casse comunali, con particolare attenzione alle aree adiacenti alla zona industriale di via Trani, dove i residenti segnalano da tempo disagi legati alla stretta vicinanza di industrie insalubri.
Successivamente la Commissione non ha avuto più notizie in merito, per poi appurare tramite i media che era stata già approvata e firmata una Convenzione tra il Comune di Barletta e ARPA Puglia, che prevedeva l’installazione di deposimetri in due siti di campionamento, con un impegno di spesa di circa 60.000,00 euro.
Tralasciando lo sgarbo istituzionale di esclusione dal processo decisionale della Commissione Ambiente, ciò che appare più sconvolgente sono i contenuti della Convenzione, che è parsa sin da subito distante dagli obiettivi preposti e inadeguata a fornire risultati utili e coerenti con le specificità del territorio.
Durante la seduta della Commissione Ambiente del 5 febbraio 2025, alla presenza dei rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste e dell’assessore all’ambiente, sono state evidenziate numerose e sostanziali criticità, che denotano una gestione quantomeno superficiale e frettolosa di un tema cruciale che riguarda la salute pubblica.
Innanzitutto, è emerso che non è stato effettuato alcuno studio preliminare per definire i contenuti della Convenzione e valutarne l’efficacia rispetto agli obiettivi prefissati. Ne è prova il fatto che i siti destinati all’installazione dei deposimetri non siano ancora stati individuati, a conferma di una mancanza di programmazione e di una strategia preventiva. Tali siti, assurdamente, si intenderebbe definirli basandosi sulle opinioni delle associazioni che, pur essendo attive e sensibili al problema e pur offrendo un apprezzabile contributo, non sono certamente gli interlocutori più adatti per fornire una specifica consulenza tecnica. Tale approccio sembrerebbe più un modo per giustificare le proprie scelte inopportune, celandole dietro un’apparente condivisione e partecipazione, che un voler ricercare soluzioni efficaci.
La Convenzione sembra orientata a un generico controllo delle deposizioni atmosferiche, senza considerare l’origine del suo scopo, iniziato nel 2016 e protrattosi fino ad ora attraverso atti di Giunta e atti del Consiglio Comunale, che dovrebbe essere prettamente quello di indagare sugli impatti delle industrie insalubri che, risultando inglobate nel contesto residenziale, rendono necessario un focus specifico. Nessun riferimento a tale scopo viene riportato nella Convenzione, né alcuna considerazione ai cicli produttivi
delle diverse industrie presenti, né tantomeno ai loro periodi di operatività, ma solo un generico riferimento al territorio della città di Barletta.
A ciò si aggiunga la ristrettezza del numero di deposimetri previsti e sufficienti per due soli siti di campionamento, con rilevazioni limitate a un mese per ciascuna stagione: un'impostazione palesemente insufficiente a costruire una mappa rappresentativa dell'inquinamento da polveri, indispensabile per identificare con precisione le fonti e attribuirne le eventuali responsabilità.
Altrettanto discutibile è l'assenza di integrazioni del monitoraggio in una strategia più ampia, finalizzata a valutare i rischi sanitari e l'impatto dell'inquinamento sulla salute dei cittadini.
Con un piano di monitoraggio così carente nei metodi e nei mezzi, non dovremmo meravigliarci se i report finali finiranno per attribuire eventuali picchi di inquinamento a fattori generici come l'usura dei freni, il traffico veicolare o improbabili tempeste di sabbia, anziché identificare le reali fonti industriali di emissione.
Alla luce di queste evidenti criticità, è inevitabile interrogarsi sulle scelte dell’Assessora Riefolo, che ha approvato frettolosamente la Convenzione senza verificarne l’efficacia, dichiarando in Commissione di aver trovato l’accordo già predisposto al momento del suo insediamento e attribuendone la paternità al suo predecessore, in accordo con il Sindaco e il Dirigente al ramo. La stessa ha anche precisato di essersi fidata del lavoro svolto prima del suo arrivo, portando l’atto in Giunta così com'era senza un’approfondita valutazione.
Tuttavia, di fronte ai quesiti sollevati in Commissione sulle modalità e i criteri adottati per la redazione della Convenzione, l’assessora non è stata in grado di fornire risposte precise, rendendo necessario contattare telefonicamente il tecnico comunale per ottenere la conferma che il numero di deposimetri e le modalità di monitoraggio non siano stati determinati sulla base di valutazioni tecnico-scientifiche, ma esclusivamente in funzione della disponibilità economica. Un approccio che denota una gestione superficiale della questione, in cui la tutela della salute pubblica è stata subordinata a mere logiche di spesa.
Le dichiarazioni dell'assessora Riefolo evidenziano una chiara tendenza a schivare le proprie responsabilità politiche, attribuendole a tecnici comunali, ex assessori o al Sindaco. Affidare la gestione di un atto così cruciale per la salute dei cittadini e l'uso delle risorse pubbliche a decisioni pregresse non è una giustificazione, perché il ruolo di un assessore non può limitarsi a ratificare scelte già fatte, ma deve prevedere una valutazione approfondita delle decisioni assunte e delle loro conseguenze per la collettività. Anzi, appare chiaro come l’assessora sia ben disposta ad assumersi onori e meriti quando si tratta di annunciare iniziative e provvedimenti, salvo poi chiamarsi fuori quando emergono criticità e responsabilità da affrontare. Ma in politica, come nell’amministrazione pubblica, la fiducia cieca non è una giustificazione e ogni atto porta con sé delle precise responsabilità, che non possono essere scaricate su altri a posteriori.
Come presidente della Commissione Ambiente, ribadisco la mia piena disponibilità al confronto per migliorare il piano di monitoraggio, a condizione che vi siano le circostanze favorevoli. La mia collaborazione è sempre stata concreta, ma non accetterò compromessi che non rispondano agli interessi della comunità."
Redazione
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