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sabato, 22  dicembre 2018



12:07:00
Vinella: "Crisi Gazzetta, sosteniamo la bandiera del Mezzogiorno"
L'intervento del giornalista Nino Vinella



“Ci riguarda tutti il difficile Natale della Gazzetta. E’ molto più e molto peggio di una crisi aziendale. Rischia di consegnare al nulla un giornale pieno della nostra storia. Storia di una famiglia allargata che si chiama Puglia. Che si chiama Basilicata. Che si chiama Sud.
 
Ci ho lavorato e ci sono cresciuto alla Gazzetta. Dal 1974 al 1997. Collaboratore. Vice corrispondente. Corrispondente con Giuliano Rotunno. Fui assunto dal direttore Oronzo Valentini su indicazione di Michele Cristallo. Con Giuseppe Giacovazzo fummo protagonisti di un giornale che ogni giorno voleva dare il buongiorno ai Lettori. La Gazzetta del Mezzogiorno era proprietà del Banco di Napoli, legata nel bene e nel male ad un certo destino. Sparito dopo cinquecento anni il Banco di Napoli, sparirà anche la Gazzetta?...
 
Una banca si fonde, incorpora, si rimodula. Ma l’informazione? La Gazzetta è oggi l’ultima bandiera di libertà in un mondo sempre più complicato dalla smania della fretta sul ragionamento, dalla frenesia di sapere rispetto alla voglia di conoscere. Cose molto diverse e che fanno la differenza anche in questo sempre più difficile mestiere di dare notizie. Oggi le notizie ti arrivano anche quando non le vuoi. Ma trent’anni fa te le dovevi andare a cercare. Il giro delle telefonate a polizia, carabinieri, finanza. Perfino al porto per arrivi e partenze delle navi… I sindaci ci tenevano: era l’unica via d’uscita alla cronaca amministrativa. Altro che uffici stampa e comunicati copiaincolla.
 
Poi ti mettevi sulla tastiera della Lettera 22 e scrivevi una cartella (foglio bianco millimetrato), che dovevi dettare per telefono quando c’era consiglio comunale oppure inventare a braccio per lo stenografo o il dimafonista. La busta gialla “fuori sacco” la dovevi consegnare alla stazione per viaggiare più veloce ed arrivare a Bari… Tempi antichi. Mai tempi troppo vecchi per essere raccontati da uno che c’era. Come me. Poi venne il tempo delle scelte grandi grandi. Siamo stati l’ultima edizione provinciale a nascere. “La Gazzetta del Nord Barese” uscì nelle edicole della Provincia Barletta-Andria-Trani come madrina della nuova entità territoriale. Avevamo la Redazione prima in via Pier delle Vigne (dove si usavano ancora il fax ed i pc di prima generazione) poi nell’attuale sede di via Sant’Antonio.
 
Sono passato dalla composizione in piombo fuso delle tipografie vecchio stile alla fotocomposizione a freddo. Ma la materia prima restano sempre e soltanto loro: le notizie.
 
E’ la notizia che comanda il mestiere di giornalista. Giornalista quello vero, quello riconoscibile, quello che ci mette la faccia, il nome, la firma. Il giornalista che puoi querelare ma al quale ti puoi e ti devi affidare per scrivere la verità. Io lo sono dal 22 settembre 1975, quando dovevi dimostrare di avere scritto da almeno due anni prima. Dunque, per me, sono già quarantacinque anni. Quasi mezzo secolo. Anzianità tutta dovuta alla Gazzetta del Mezzogiorno. Allo stile di mettere sempre davanti a tutto la ricerca della fonte da verificare, la voglia di sapere e di far conoscere, il distinguo dello scrupolo professionale sull’ansia del comparire per il solo gusto di sentirti inutile protagonista del quarto d’ora di celebrità e poi scomparire affondando nella melassa omologatrice sul web, sui social, sulla bocca di chi ti chiama “infimo sciacallo”…
 
Ho scritto di Pietro Mennea conosciuto e raccontato in prima persona. Ho scritto di Prima e Seconda repubblica in politica. Ho scritto di cronaca nera e di aziende in chiusura. Della cassa integrazione alla Montedison e di centinaia di posti di lavoro in pericolo. Del Barletta in serie B. Di politici processati eccetera eccetera eccetera …
 
Scrivevi per “La Gazzetta del Mezzogiorno” e ti leggevano davvero tutti, in Puglia ed in tutta Italia. Oggi devi scrivere di un giornale sull’orlo della chiusura perché non vende più come allora.


Sabato 29 dicembre compriamo la Gazzetta. Riprendiamoci la nostra Libertà e tutta la nostra Storia.
 
Nino Vinella, giornalista                                  
 


Francesco Zagaria



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