Il Senatore del M5S Ruggiero Quarto è intervenuto in aula citando il terremoto verificatosi a Barletta lo scorso 21 maggio.
“Il terremoto, profondo circa 30 km con magnitudo 3.7 ed epicentro Barletta è stato avvertito su un’area vasta, non generando danni sensibili, ma solo tanta paura. Molto probabilmente si è riattivata una pericolosa struttura sismogenetica, faglia trascorrente destra Est-Ovest di Barletta. La storia sismica della città non riporta terremoti catastrofici, ma non è per nulla tranquilla. Non è mio scopo spaventare, ma sono convinto che la conoscenza dei rischi sia basilare per evitare catastrofi in seguito a normali fenomeni naturali.”
“Nella consapevolezza di un rischio sismico ben maggiore - continua Quarto -, è opportuno convertire la paura in occasione di riflessione sulla necessità di difenderci dai terremoti. Nel momento del sisma possiamo reagire con comportamenti idonei. Ma per ciò occorre un’adeguata educazione al terremoto, esercitazioni frequenti di Protezione Civile, comunicazioni in tempo reale, etc... “
Secondo il senatore pentastellato, questo sisma, avvenuto in orario scolastico e di apertura degli pubblici uffici, può essere utilizzato come esercitazione reale, per analizzare le operazioni emergenziali attuate e per far sì che in un possibile terremoto più forte tutto funzioni al meglio.
“A seguito di un mio sollecito fatto il giorno stesso del terremoto direttamente al Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, venerdì 31 maggio è stato convocatodal Prefetto Emilio Dario Sensi, un tavolo tecnico nella sede della Prefettura di Barletta. L’incontro, a cui sono stato invitato, oltre al dott. Borrelli, prevede anche la partecipazione di Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e sarà l’occasione per analizzare e valutare le misure poste in essere in occasione dell’evento sismico.”
“Tali eventi naturali – conclude Quarto - devono anche essere di sprone per un’azione governativa orientata alla prevenzione. Su tale fronte, purtroppo molto trascurato nel passato, il Governo del Cambiamento è molto attivo, dai finanziamenti per la sicura ricostruzione nelle zone colpite da terremoti, alla microzonazione sismica, agli studi di vulnerabilità dell’edilizia scolastica, al “sismabonus”. Tanto però si può ancora fare per mitigare i grandi rischi naturali, a cominciare dalla conoscenza del territorio. A tal proposito è auspicabile una maggior copertura di stazioni sismiche a mare, studi sulle strutture sismogenetiche e modelli crostali di velocità di propagazione delle onde sismiche, il completamento della cartografia geologica.”