Sono molto soddisfatto per la richiesta di vincolo per palazzo Tresca e area dell’ex-Cartiera da parte della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia.
Più volte, in passato, mi sono adoperato per la salvaguardia del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del nostro territorio. Veder condivisa da parte di uffici dello Stato questa mia visione fortemente orientata alla fruizione collettiva dei beni culturali e ambientali, mi rende oltremodo felice.
Per ciò che concerne palazzo Tresca, in quest’atto vedo realizzato il mio proposito di fine intervento in Senato di martedì 11 giugno: <<Qui chiedo che ognuno, nell’ambito dei propri uffici competenti, faccia il massimo per tutelare Barletta>>.
Per l’area dell’ex-Cartiera ho tante volte proposto una sua destinazione socio-culturale e ambientale, sia per la sua posizione strategica fronte mare e sia per la grandezza dell’area inedificata.
Dopo aver “girato le spalle” al mare per un secolo e fatto l’antico tragico errore urbanistico, perpetrato poi fino ai giorni nostri, di destinare la litoranea di Levante ad area industriale, può essere giunto il momento di ravvedersi e dare a quella zona di Barletta il ruolo marittimo che le compete.
Si potrebbe finalmente pensare ad una vera e sostenibile rigenerazione urbana di quest’area, includendo anche i tanti opifici oramai in disuso, per la nota e tragica crisi del settore manifatturiero cittadino. In un virtuoso binomio pubblico-privato di progettazione urbanistica partecipata, nell’area dell’ex-Cartiera, si potrebbe ristrutturare un enorme fronte mare di 1200 metri e realizzare uno stupendo parco verde marino. L’edificato, da concordare con il privato, da destinare a residenze private, strutture ricettive e strutture per attività socio-culturali integrate, potrebbe essere ricavato a compensazione del costruito esistente.
L’intera operazione urbanistica non deve rigorosamente prevedere ulteriore consumo di suolo. Anzi!