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martedė, 3  novembre 2020



09:51:00
Barletta 1922, un pallone rattoppato
L'epidemia in corso costringe i tifosi dilettantistici ad una domenica da dimenticare



Stanno uccidendo il calcio. Fermato il pallone ai box, l’epidemia in corso costringe i tifosi dilettantistici ad una domenica da dimenticare. Sì, proprio cosi, una domenica senza emozioni, passata all’insegna dell’amarcord, del “di come eravamo”, con in mente l’immagine di un pallone di cuoio sgonfio, malato, pieno di toppe da ricucire al più presto. Da troppo tempo ormai il calcio italiano è in sofferenza.

Questa pandemia che attanaglia l’intero sistema calcistico ormai da otto mesi sta mortificando oltremodo i tifosi i quali avvertono un senso di incredulità e sembrano incapaci di comprendere. Sospendere solo i campionati minori, quelli dilettantistici e giovanili, che effetti positivi può produrre? Che contributo può dare alla lotta alla diffusione del virus? In mancanza di risposte, è sembrato uno schiaffo allo sport e agli sportivi che amano ancora il calcio giocato.

I problemi poi non sono solo sui sentimenti dei tifosi. Parliamo delle società e delle associazioni sportive: con questa sospensione molte di loro andranno in tilt e trovandosi in piena difficoltà finanziaria difficilmente potranno sopravvivere alla ripresa delle attività. Sicuramente alla Federazione spetterà mettere in campo tutti gli strumenti per garantire quella boccata di ossigeno che permetta loro di far fronte alle tante spese per sostenere l’attività. Anche per molti giocatori che hanno famiglia, l’orizzonte sembra fosco. Vedersi privati di quel sostegno economico andranno anche loro in difficoltà. Speriamo solo che chiudere gli stadi fino al 24 novembre sia stata solo una decisione affrettata. Mi domando, infatti, in base a quali considerazioni il maledetto virus sia più aggressivo nel calcio dilettantistico, mentre nel calcio professionistico sia più tollerabile? Forse, come sempre, è solo questione di soldi.

Ora non ci resta che confidare nella fine del mese per la ripresa delle attività, nella speranza che questa maledetta pandemia possa presto essere solo un lontano ricordo.
Sempre forza Barletta con cuore biancorosso!
 


Umberto Casale



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